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Governo, risiko nomine. "Ci saranno conferme". In gioco anche i fondi Ue

Meloni: cambiare dove ci sono progetti da finire. Ma dopo il voto in Fvg la Lega chiede più spazio

Governo, risiko nomine. "Ci saranno conferme". In gioco anche i fondi Ue

Sulle nomine nelle grandi partecipate Giorgia Meloni prende posizione e lancia qualche messaggio. «Presumo - ha detto ieri mentre era in visita al Vinitaly di Verona - che ci saranno anche delle conferme». Per poi aggiungere un ulteriore indizio: «Si lavora nel merito guardando al merito e guardando chiaramente la strategicità delle aziende, particolarmente in questo tempo, tenendo in considerazione il tema della spesa del Pnrr per quello che riguarda le energetiche, e anche il lavoro che l'Italia fa per cercare di diventare una sorta di hub di approvvigionamento». Parole che contengono due indicazioni precise: la prima è quella di manager - parliamo della figura del capo azienda, l'ad - vicini alla conferma; la seconda è la discontinuità riferita all'energia.

Il primo genere riguarda senz'altro Eni: Claudio Descalzi, nonostante il quarto mandato triennale sia un record, guida l'azienda al centro della sicurezza energetica nazionale, garantita finora dagli accordi che il Cane a sei zampe ha chiuso su è giù per Africa e Asia, sempre a braccetto con il governo. Il cambio riguarderebbe invece Enel, dove Francesco Starace, anch'egli arrivato alla soglia dei nove anni, potrebbe lasciare a un manager con il mandato di implementare i progetti del Pnrr, che per il gruppo valgono 4 miliardi.

Per quanto riguarda altre due big, Poste e Leonardo, la prima farebbe parte delle conferme che annuncia Meloni, con il ticket ad e dg Matteo Del Fante e Giuseppe Lasco. La seconda è controversa: l'attuale ad Alessandro Profumo è storicamente vicino alla sinistra ha un processo in corso per Mps. Tuttavia Profumo ha lavorato bene, costruendo una serie di interlocuzioni atlantiche che sarebbero ben gradite anche al Colle. Insomma, una tripla: 1X2. L'ultima dei big five è Terna, società elettrica che potrebbe cambiare guida se l'attuale ad Stefano Donnarumma dovesse traslocare all'Enel: sarebbe questo il nome che ha il mente la premier. Mentre a Terna potrebbe arrivare una donna: Roberta Neri (che era in corsa per Enav) o Giuseppina di Foggia (da Nokia Italia)

Le caselle da riempire sono anche quelle dei presidenti, incarichi non operativi, sui quali incide comunque il metodo che il governo vorrà seguire. La questione sarà sul tavolo prima di Pasqua: da una parte la premier che, forte del suo grande consenso, punta a battezzare conferme e cambi: ne vorrebbe fare il meno possibile per non essere poi accusata di aver imposto questo o di essere stata influenzata da quello. Dall'altra Lega e Forza Italia, che spingono per una maggiore discontinuità proprio per marcare la distanza con il passato. E da ieri sera, dopo l'esito del voto in Friuli Venezia Giulia, il partito leghista (a fronte del ridimensionamento dei FdI) sembra deciso a rivendicare un ruolo di maggior peso sulle nomine.

Il calendario è ormai corto: ieri sono arrivate le nomine all'Enav, dove l'ad sarà Pasqualino Monti e presidente Alessandra Bruni. Le prossime liste del Mef devono uscire 25 giorni prima delle assemblee. Quella di Poste sarà l'8 maggio per cui tutte le liste sono attese per il 13 aprile. Dopodiché toccherà anche alle nomine di livello inferiore - società non quotate: le poltrone in scadenza nei prossimi mesi riguardano 105 società. Ma tra queste ci sono aziende strategiche come Rfi, la controllata Fs per le infrastrutture, tra le stazioni appaltanti più importanti per i progetti del Pnrr. A questa potrebbe puntare la Lega come compensazione rispetto ai big five: a fronte di una minore visibilità ne guadagnerebbe in concreto. Così come potrebbe giovarsi della nomina di Monti all'Enav: i manager lascia la guida dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale.

Poltrona strategica nella regione dello Stretto.

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