Un colpo di scena, ma non del tutto inaspettato. Se la nomina del ministro agli Affari europei Paolo Savona è stata una sorpresa, era noto da un po' che il ticket con Minenna fosse a rischio. L'ex candidato del Movimento 5 stelle alla presidenza della Consob è stato costretto a lasciare il passo a Savona ed è diventato il candidato naturale per la poltrona di segretario generale.
Ieri l'agenzia stampa Adnkronos ha anticipato la fine del ticket e l'intenzione di Savona di non voler più puntare sull'ex assessore della giunta del comune di Roma guidata da Virginia Raggi e di volere al suo posto un altro numero due. Savona vorrebbe Carlo Deodato, attualmente a capo di gabinetto al ministero delle Politiche europee. A lui dovrebbe andare il ruolo di segretario generale dell'organismo che controlla la Borsa e le società. In ogni caso, sempre secondo l'agenzia Adnkronos, l'opzione Minenna non è più sul tavolo, nemmeno se la scelta per l'importate carica, oggi ricoperta da Giulia Bertezzolo, non cadesse su Deodato.
A fare il suo nome è stato il ministro uscente, che lascia l'incarico al dicastero delle Politiche europee dopo non pochi disaccordi con il governo. Anche per questo non è detto che la sua scelta sia confermata, spiegavano ieri fonti di maggioranza. Come dire, la nomina del segretario generale della Consob, anche se è una prerogativa interna, rischia di finire nel calderone delle nomine che sta già impegnando la maggioranza.
Domani dovrebbe essere una giornata clou per un'altra nomina importante: la presidenza dell'Inps. Il sostituto di Tito Boeri il cui mandato scade a fine mese. Nodo affrontato la settimana scorsa dai vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, senza arrivare a un'intesa. Sarà una «soluzione veloce», assicurano fonti della maggioranza.
I nomi circolati nei giorni scorsi sono quella di Mauro Nori, attuale consigliere del ministro dell'Economia, con Pasquale Tridico vice. Nella rosa dei nomi anche l'esperto di previdenza Alberto Brambilla, vicino alla Lega di Salvini ma critico verso la riforma previdenziale del governo.
Sulla nomina Inps ieri si sono fatti sentire il presidente del Cnel Tiziano Treu («Senza entrare nello specifico dei nomi credo ci sia bisogno di una persona esperta, che non conosca solo in generale la situazione economica e politica ma la complessa macchina dell'Inps») e l'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero.
L'Inps «è un'istituzione estremamente importante e il suo funzionamento non dovrebbe essere piegato agli interessi di parte ma rivolto esclusivamente al bene degli italiani. Che ci sia una contrapposizione sul nome non è un buon presagio», ha spiegato il ministro del governo Monti. In effetti quelle sull'Inps non sono solo schermaglie tra partiti. L'Inps è l'ente economico più importante dello Stato e riveste un ruolo cruciale nella gestione di Quota 100. Per questo si fa strada l'idea di un tecnico traghettatore, per concludere nel modo più indolore possibile le prime fasi della riforma.
Un paradosso, visto che il governo intende
superare la gestione commissariale, iniziata negli anni del governo Berlusconi, per tornare a una governance più collegiale. Alla fine anche il governo gialloverde potrebbe ammettere che per l'Inps è meglio una sola testa.
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