Il governo valuta la richiesta umanitaria dell'Italia. Ma è scettico perfino Gentiloni

RomaSpiragli per i marò. Per la prima volta da quando è esplosa la crisi che coinvolge i Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, l'India ammette di «stare valutando una proposta del governo italiano per il reperimento di una soluzione consensuale» della vicenda. L'ammissione emerge in un modo un po' sotterraneo, all'interno di una risposta scritta a una interrogazione parlamentare. Non è chiaro, però, se si tratti di una reale manifestazione di intenti o di un passaggio diplomatico per comunicare all'Italia che la posizione della Corte Suprema e quella del governo del premier Narendra Modi non coincidono.

Se dalla buona volontà si passerà ai fatti un primo passaggio potrebbe contemplare l'accoglimento della richiesta umanitaria del governo italiano che punta far proseguire il periodo di cure in Italia a Latorre e a concedere a Girone un permesso per trascorrere a casa le festività natalizie. Il secondo passaggio riguarderebbe, invece, la trattativa su una proposta articolata «con contenuti economici, ma soprattutto giuridici», secondo quanto riportato dall'agenzia Ansa .

Su un terreno diverso si muove anche la politica. Lara Comi, europarlamentare di Forza Italia e vicepresidente del Ppe al Parlamento europeo, prova ad accendere i riflettori di Strasburgo sulla vicenda e annuncia di aver raccolto 90 firme bipartisan (oltre il doppio del minimo richiesto di 40) anche di parlamentari non italiani, a sostegno di un'interrogazione orale con dibattito in plenaria, con successiva risoluzione. «Girone e La Torre sono cittadini europei. La Commissione europea deve attivare immediatamente tutti gli strumenti politici e diplomatici dell'Unione. La loro detenzione protratta sine die è uno schiaffo a tutte le istituzioni europee» scrive la Comi, chiedendo che «si consideri anche una sospensione delle trattative sugli accordi per il commercio tra India e Unione Europea». L'affondo dell'europarlamentare in poco più di due ore raccoglie un numero di adesioni superiore al previsto. «Ringrazio di cuore gli esponenti di Forza Italia, M5S, Pd, Lega, Ncd e Udc che hanno firmato l'interrogazione. Abbiamo dimostrato di essere uniti». Senza dimenticare la firma di «tanti e tanti parlamentari tedeschi, francesi, spagnoli, maltesi, romeni, inglesi, greci e altri ancora». L'invito è quello di utilizzare una leva molto «concreta»: quella dell'accordo di libero scambio Ue-India, un negoziato che è tuttora in corso ed è assolutamente strategico per Nuova Delhi. Un fronte che già nella scorsa legislatura gli europarlamentati di Fi e di Fratelli d'Italia, Carlo Fidanza in testa, avevano provato a percorrere.

Nel frattempo, mentre si moltiplicano le iniziative - la Comunità Ebraica di Roma lancia la campagna #bringbackourmarò sui social network; l'ex parlamentare Giuseppe Moles chiede a tutti gli italiani di esporre il Tricolore il 31 dicembre - arriva una ammissione molto sincera del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. «Ad essere sinceri finora il raccolto è stato molto deludente, ad essere diplomatici. Non possiamo che manifestare irritazione perché i contatti hanno prodotto risultati assolutamente inaccettabili».

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