Coronavirus

Il governo vira a destra. Si riapre, usate la testa.

"Dobbiamo prenderci un rischio ragionato", ha detto ieri Mario Draghi annunciando il piano delle riaperture che scatterà il 26 aprile

Il governo vira a destra. Si riapre, usate la testa.

«Dobbiamo prenderci un rischio ragionato», ha detto ieri Mario Draghi annunciando il piano delle riaperture che scatterà il 26 aprile, giorno dopo la Festa della Liberazione. Tempo fa ho letto un aforisma che ben si addice a questa svolta: «È vero - dice - che una nave è al sicuro solo in porto, ma non è per questo che le navi sono state fatte». Draghi quindi molla gli ormeggi di nave Italia scommettendo su un bollettino virale-vaccinale che indica il miglioramento delle condizioni meteo. A bordo, sia pure poco convinto e controvoglia, sale anche il ministro Speranza, capo del partito dei chiusuristi a oltranza, costretto ieri a mettere la sua faccia sull'annuncio proprio per non perderla del tutto. Il concetto del «rischio ragionato» è un caposaldo della cultura e della politica liberale, contrapposto a quello dello «Stato mamma» e del «livellamento verso il basso» su cui si fonda il socialismo utopico tanto caro a Speranza. In questo senso, e non solo per questo, il governo Draghi vira decisamente a destra, per merito del premier certo, ma anche dei suoi azionisti di Forza Italia e della Lega. Abbiamo detto «non solo» perché ieri Draghi ha detto altre due cose che sono musica alle nostre orecchie. La prima è che l'Italia continuerà a fare debito ma solo «debito buono» (leggi investimenti) dopo anni di debito cattivo (l'assistenzialismo tanto caro ai Cinque Stelle e alla sinistra). La seconda è che il governo ha sbloccato una cinquantina di grandi opere ferme da anni e si appresta a varare la semplificazione di quelle cervellotiche regole di appalti e controlli che oggi paralizzano aziende e amministrazioni pubbliche. Il virus si vince con i vaccini, questo è ovvio. Ma noi vinciamo se la ripartenza avviene con il piede giusto al momento giusto. Come direbbe Ferruccio Resta, magnifico (in tutti i sensi) rettore del Politecnico di Milano, la safety car entrata in pista un anno e passa fa per rallentare la corsa dell'Italia dopo l'incidente Covid sta per tornare ai box. La corsa può riprendere, occhio che i motori sono imballati da tanto girare a potenze ridotte. Ma non ho alcun dubbio, meglio così.

Noi siamo quelli del «rischio ragionato».

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