Il governo vuole spendere ma Tria resiste all'assalto

Salvini parla di deficit oltre il 3%, Di Maio è d'accordo Il ministro: se il Pil rallenta rinviamo alcune scelte

Il governo vuole spendere ma Tria resiste all'assalto

Non è finito il braccio di ferro tra Giovanni Tria e la maggioranza. Il ministro tiene il punto sul rispetto dei limiti di bilancio mentre gli azionisti di maggioranza dell'esecutivo giallo verde spingono sull'acceleratore e già iniziano a fare pressing in vista delle legge di Bilancio. Il ministro dell'economia al G20 di Buenos Aires ha chiaramente detto che se la crescita rallenterà - ed è scontato che lo farà - i giochi si complicheranno e «la manovra di bilancio terrà conto della necessità di iniziare l'implementazione graduale del programma di governo, ma si è anche chiarito che di fronte a un rallentamento non si faranno manovre pro-cicliche». Tradotto, il dicastero di via XX settembre non avallerà scelte che peggiorino i conti pubblici. Quindi il governo dovrà, come minimo, diluire nel tempo le scelte che comportano spesa.

Posizione che non corrisponde a quella espressa in patria dal vicepremier Matteo Salvini che ieri si è detto pronto a non rispettare i vincoli europei se necessario. «Gli italiani ci hanno votato per stare meglio, per andare in pensione all'età giusta, per pagare meno tasse rispetto alla follia di oggi. Questo faremo, cercando di rispettare i vincoli e regole, come quella del 3%, norme e quant'altro inventato a tavolino. Se dovremo, per il bene degli italiani, superare qualcuno di questi vincoli per noi non sarà un problema. La manovra d'autunno dovrà essere di crescita, di sviluppo coraggiosa, diversa da quelle degli ultimi anni». Impegno notevole, anche perché per il momento l'esecutivo sta ragionando su altre misure e altre cifre.

Le indiscrezioni più recenti davano il governo guidato da Giuseppe Conte impegnato a cercare dai alzare il target del deficit dallo 0,8% previsto dal Def all'1,4%. E già su questo retroscena si erano innescati allarmi nelle istituzioni europee e nei mercati.

Anche oggi dalla Commissione europea non è arrivata nessuna risposta ufficiale, se non la conferma che il giudizio arriverà su documenti ufficiali siglati dal ministro Tria. Cioè la nota di aggiornamento al Def di ottobre. Il primo documento di finanza pubblica del governo Lega M5S, dove si misureranno gli effetti sui conti delle scelte in programma per il 2019.

Anche l'altro vicepremier, il leader del M5S Luigi Di Maio ha parlato di Legge di Bilancio. Innanzitutto per smentire contrasti con il ministro dell'Economia. «Si narra di una contrapposizione con il ministro dell'Economia, io non la vedo». Poi pero ha detto di vedere «tutti i margini che ci dobbiamo guadagnare e che ci meritiamo per un Paese che ha 3 milioni di persone che non mangiano». Quindi, «mi aspetto una Legge di Bilancio coraggiosa. Tria giustamente dice di farlo nell'ambito delle disponibilità di bilancio e io dico che non abbiamo ancora iniziato a determinare queste disponibilità perché adesso inizia il dialogo con la Commissione Europea.

Non chiediamo la luna ma lo stesso trattamento che hanno avuto altri Stati negli anni scorsi».

La sostanza è la stessa delle dichiarazioni del leader della Lega. Il riferimento è alla Francia, che ha superato il tetto del 3% negli anni scorsi. Oggi solo la Romania supera il tetto.

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