Sabato il Regno Unito ha registrato 12.872 nuovi infetti da coronavirus, domenica il numero è schizzato a 22.961 in una sola giornata, 4 volte il totale registrato venerdì. Numeri da capogiro che il servizio sanitario inglese ha cercato in parte di giustificare con un problema tecnico nella trasmissione dei dati. Tra domenica sera e ieri, tuttavia, è emersa una realtà ben più grave: quasi 16mila ulteriori infetti mancavano all'appello, numeri che si riferiscono ai giorni che vanno dal 25 settembre al 2 ottobre, la maggior parte dei quali concentrati tra mercoledì e venerdì della scorsa settimana. Il sistema messo in piedi dal governo e dal servizio sanitario nazionale si è perso per strada 15.841 nuovi casi. Che non rappresentano solamente un buco nelle statistiche ma persone che non sono state prontamente avvertite, i cui contatti non sono stati celermente individuati per cercare di contenere la diffusione del morbo. Arduo decidere se sia peggiore una crescita vertiginosa dei contagi, come sembrava dai dati grezzi comunicati, oppure un sistema colabrodo che non riesce ad agire prontamente ed efficacemente.
La disfatta organizzativa è stata inevitabilmente al centro delle polemiche politiche della giornata di ieri, con il ministro della salute Matt Hancock che ha annunciato l'avvio di un'inchiesta per accertare le responsabilità. E ha poi cercato di difendere l'operato dell'esecutivo, sostenendo che il buco «non ha sostanzialmente cambiato» le valutazioni governative sulla diffusione della malattia e sulle azioni di contenimento da prendere. Difficile tuttavia dargli credito: il 30 settembre il dato ufficiale riportava 7.108 infetti, 3.049 mancavano all'appello; il 1° ottobre 6.914, 4.133 in meno; il 2 ottobre 6.968, 4.786 in meno. Numeri che quantomeno cancellano le speranze che le ultime restrizioni imposte dal governo, su tutte il divieto di incontri fra più di 6 persone, fossero riusciti ad appiattire la curva di crescita dei contagi.
La banalità del problema alla base della mancata comunicazione dei dati accresce l'incredulità di fronte a un operato governativo che fa di tutto per dar fiato alle trombe dei suoi critici e di chi l'accusa di incompetenza. I file excel con le informazioni sugli infetti sono stati troncati perché il numero delle righe eccedeva il massimo consentito, una limitazione dovuta alla versione non aggiornata del programma di calcolo di Microsoft. L'errore non è preoccupante solamente per il ritardo con cui sono state avviate le attività di contatto e isolamento delle persone, ma anche perché mina ulteriormente la fiducia del pubblico nella gestione governativa della pandemia.
Messaggi contraddittori, continui cambi repentini di direzione politica, decisioni che danno spesso l'impressione di essere solo delle misure reattive più che scelte strategiche, tutto questo contribuisce all'immagine di un governo confuso, che non riesce a dare al Paese una direzione chiara nella tempesta pandemica. Una nota positiva: la versione inglese di Immuni è stata scaricata da 15 milioni di persone nei primi 10 giorni dal lancio.
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