Silvio Berlusconi si gode il suo debutto assoluto come europarlamentare. E alla riunione del gruppo del Ppe accoglie con un ampio sorriso e un pizzico di commozione l'accoglienza da star che gli viene riservata. Al suo ingresso nell'aula Robert Schuman scatta un grande applauso chiesto dal presidente del gruppo, il tedesco Manfred Weber. Berlusconi si va a sedere vicino al più giovane parlamentare europeo, l'austriaco Alexander Bernhuber, e ascolta tutti gli interventi con attenzione.
«Mi ha fatto molto piacere questa accoglienza» del Ppe, racconta al termine della riunione «perché quando Weber si è rivolto a me, citandomi per nome e dandomi il bentornato in seno al parlamento europeo e al gruppo del Ppe c'è stato un applauso molto forte e sostenuto. E questo mi ha confortato per essere qui non soltanto con i candidati che sono stati eletti di Forza Italia ma anche con la considerazione generale conquistata in tanti anni di presenza politica anche in Europa».
Berlusconi è pronto a lavorare per favorire la creazione di una maggioranza in Parlamento. «All'interno del Partito popolare spero di poter far cambiare i rapporti con i socialisti e di poter avviare delle alleanze con i democratici di destra, con i conservatori, con i liberali per dare vita a un'altra maggioranza che riprenda il progetto dei padri fondatori e non solo cambi le attuali leggi come quella sulle migrazioni». Il presidente di Forza Italia nonostante le divergenze con il governo è pronto a lavorare affinché l'Italia abbia il giusto riconoscimento nelle nomine. «Purtroppo l'Italia è isolata e non gode della stima degli altri governi», ma dobbiamo rivendicare il fatto che il nostro paese è uno dei cinque fondatori dell'Unione europea, la seconda manifattura dell'Ue e ci spetta un rappresentante di peso nella Commissione».
Berlusconi sposa in pieno la posizione del Ppe che tiene duro sulla volontà di avere un proprio candidato alla guida della Commissione. Il Ppe «ha preso 40 milioni di voti europei, ha vinto le elezioni» e ha diritto di indicare il prossimo presidente. Il nome resta quello dello spitzenkandidat Manfred Weber. «Se Weber, non dovesse essere approvato, verrà presentato un altro nome, ma sempre del Ppe. È emersa da parte di tutti gli intervenuti l'idea che si deve conservare il principio, che si osserva dall'inizio del Parlamento europeo, in base al quale è il partito che ha più voti e più candidati in Parlamento a indicare chi sarà il presidente della Commissione».
Berlusconi trova anche il tempo di scherzare con i giornalisti. A chi gli chiede come sia tornare a Strasbugo ribatte sorridendo, «credevo di essere a Bruxelles», ricordando poi di essere stato a Strasburgo e di avervi lavorato «anche in maniera molto dura e anche difendendo gli interessi del mio paese». Con la speranza «di poterlo fare anche adesso». Il debutto nell'emiciclo è previsto per oggi quando prenderà possesso del suo seggio europeo. Un ritorno che servirà a mettere simbolicamente alle spalle l'estromissione dal Parlamento per effetto della legge Severino.
I commenti dei parlamentari azzurri sottolineano in coro il senso di riscatto di questa giornata. «Una ferita sanata. I cittadini, contro i giochi di palazzo, hanno deciso di farlo risiedere in Parlamento» dice Antonio Tajani.
«Un ritorno al futuro che deve rappresentare motivo di orgoglio, di mobilitazione e di unità intorno al nostro leader» aggiunge Anna Maria Bernini. «Da oggi la chiesa è di nuovo al centro del villaggio», è la chiosa finale di Andrea Ruggieri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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