Roma «Mi piange il cuore a vedere Roma così sporca, lei che è il simbolo della bellezza. Sembra una città che si lascia andare, senza più entusiasmo e fiducia nel futuro. Ma tradirla, andare via, mai. Sarebbe come tradire la Madre». Renato Balestra, uno dei più famosi sarti del mondo, il grande esteta che ha appena portato sulle passerelle capitoline la sua ultima collezione dedicata al colore del brand Blu amore mio fa alla Capitale la sua dichiarazione d'amore.
Anche adesso che da città della Grande Bellezza sembra diventata quella della grande monnezza?
«Sì, è piena di rifiuti, di degrado. Ne soffro quando faccio le mie lunghe passeggiate e ricordo i tempi del mio arrivo, giovanissimo, da Trieste. La giravo tutta per scoprirla, trovare in ogni angolo ispirazione dai colori del suo barocco, da quella sua luce speciale. L'assaporavo e lo faccio ancora, perché non si finisce mai. Da allora, per tutta la vita, l'ho scelta come sede del mio atelier e quando mi dicono Perché non vai via?, rispondo che non lo farò mai. Roma mi ha accolto e quello che sono adesso lo devo anche a lei».
Che pensa quando vede i cassonetti traboccanti di rifiuti e i monumenti trasformati in discariche, lei che nell'alta moda cerca l'espressione più alta del bello?
«Che chi ha un brillante deve curarlo, lustrarlo, coccolarlo e invece si imbratta la città più bella del mondo. Si dice che non ci sono i soldi, ma investire nella bellezza, nel decoro urbano, nella pulizia, vorrebbe dire raccoglierne tanti di soldi. Sento molti turisti, soprattutto i più ricchi che di denaro qui ne spenderebbero tanto, che oggi vengono poco perché non trovano un ambiente accogliente. Poi vado in America e non vedo una carta per terra, scopro città in paesi quasi sconosciuti come l'Azerbaijian tutte sfavillanti di luci e vita, faccio il confronto anche con Milano, che è già molto più pulita e ordinata. E sono triste».
È più colpa dei politici, degli amministratori o dei romani?
«Certo nella gestione sono stati fatti tanti errori, ora vedo la nuova sindaca alle prese con un compito da far tremare le mani e spero che abbia l'esperienza e la cultura necessari per affrontarlo. La vedremo alla prova dei fatti. Ma anche i romani hanno le loro colpe. Una volta ristoranti e negozi pulivano il loro pezzo di strada e ora scaricano per strada i loro rifiuti. Oltre a trovare i mezzi, va coltivata la coscienza dei cittadino, del Sono romano e Roma mi appartiene. Dire: la città è casa tua, vivresti nella monnezza?».
L'assessore Muraro annuncia multe più salate per chi sporca: servirà?
«In certi Paesi, come in Usa, funziona, ma ci vogliono stuoli di poliziotti a controllare. Mi sembra che mettere il sale sulla coda degli uccelli funzioni poco. Meglio, appunto, dare più consapevolezza e più orgoglio ai romani. Ogni tanto ce provo a parlare romanesco, ma non mi riesce. Però, quando sono a Milano mi dicono che l'accento della Capitale si sente e io ne sono orgoglioso».
Il video dei ragazzini di Tor Bella monaca che contano i topi attorno ai cassonetti può essere didattico?
«Coglie l'ultimo stadio dell'abbandono. Soprattutto i più giovani vanno educati al bello, all'armonia, all'ordine. Se crescono così come possono cogliere questi valori?».
Il suo atelier è qui da decenni e la maison Balestra è stata l'unica, tra quelle storiche capitoline, a rimanere fedele alla manifestazione di AltaRoma, nell'ex Dogana di San Lorenzo. Quanto è importante sottrarre al degrado spazi come questo?
«Anche queste operazioni di recupero servono e offrono ai giovani degli spazi nuovi. Ci sono molti modi per riscattare la città, che merita ben di più di quel che ha oggi.
La sua bellezza va curata, pettinata, vestita in modo che risplenda. Quel che facciamo noi stilisti mettendo ad una donna un abito bellissimo. Per me non c'è evoluzione senza tradizione. E questa tradizione la rappresenta Roma stessa».
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