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Grano, bufale, vigneti reperti e opere d'arte Ecco il Leone nascosto

Genagricola è leader del settore nel Paese E ai branzini ora preferisce le barbabietole

Non ci sono solo 70 miliardi di titoli di debito italiano, 74 miliardi di premi e 500 miliardi di attivi in gestione nelle casse di Generali. Chiunque tra i pretendenti, ufficialmente o meno in lizza (per ora Axa, Allianz e Intesa Sanpaolo), dovesse riuscire a conquistare il Leone di Trieste potrà contare, tra l'altro, anche su 1.200 bufale da latte, 4 milioni di bottiglie l'anno di ben trenta vitigni diversi, 4mila tonnellate di grano duro e addirittura 43mila tonnellate di barbabietole da zucchero, oltre che su un patrimonio storico, artistico e immobiliare che non ha eguali, quanto meno entro i confini nazionali. Non solo. Sono in pochi i gruppi che possono dire di aver avuto, nei propri libri paga, icone della cultura occidentale degli ultimi due secoli come i due scrittori cechi Franz Kafka e Leo Perutz, il poeta Biagio Marin e la scrittrice Marisa Madieri. Non solo si dice qualche anno fa al gruppo, tramite la controllata Genagricola, facesse capo anche un allevamento di branzini. Ma poi all'ittica sono state preferite attivata più redditizie.

Nei suoi quasi duecento anni di storia Generali, come d'abitudine per i gruppi assicurativi, ha costantemente destinato una parte rilevante delle proprie risorse alle attività da sempre ritenute più solide, ovvero le proprietà immobiliare che garantiscono, quanto meno in teoria, solidità e redditi sicuri nel tempo.

Oggi quel patrimonio, si estende in mezza Europa e non solo, tra edifici di particolare pregio storico e artistico e progetti innovativi come CityLife, ritenuta la maggiore opera di riqualificazione urbana sotto la Madonnina e tra le aree di intervento urbanistico più grandi d'Europa. Il Leone conta infatti su un patrimonio immobiliare di oltre 24 miliardi costituito da oltre 2mila proprietà in 13 Paesi al mondo. Al gruppo , tra l'altro, fanno capo edifici simbolo stesso delle città in cui la compagnia assicurativa ha sede come le Procuratie Vecchie in Piazza San Marco a Venezia, eleganti strutture che circondano uno dei luoghi più visitati al mondo, la sede in Piazza della Signoria a Firenze che, sebbene del tardo 800 riecheggia i palazzi rinascimentali, il monumentale Edificio Generali in Passeig de Gracia a Barcellona o il Generalihof sul Graben di Vienna. Non mancano poi indirizzi blasonati come Place de l'Opéra 4 a Parigi dove il gruppo sta portando avanti anche il progetto della Tour Saint-Gobain, l'Adidas Haus di Berlino, l'iconico sviluppo immobiliari a Londra in Fenchurch Street (quindici piani di uffici, per un totale di circa 40mila metri quadrati) e il Farragut Building (dodici piani per una superficie di circa 13mila metri quadrati), l'immobile più green di Washington. Sin dalla sua costituzione, Generali ha investito anche in proprietà terriere, spesso bonificandole, poi riunite in Genagricola, prima realtà agricola del Paese per estensione attiva nell'allevamento (7mila capi di bestiame allevati ogni anno), nella produzione di seminativi, nella produzione di energia da fonti rinnovabili (i due impianti di produzione da biogas sono in grado di alimentare 6mila famiglie) e viticultura (con ben otto brand tra cui Tenuta Sant'Anna, nota per la produzione di prosecco). Oggi Genagricola conta su 25 aziende di cui due in Romania, si estende su un totale di 13mila ettari e fattura 47 milioni di euro.

La proprietà immobiliare ha portato in dote anche capolavori dell'arte. Come accaduto con due bassorilievi in gesso di Antonio Canova (La Morte di Priamo e La danza dei figli di Alcinoo), rinvenuti nel corso di lavori in una sala cinematografica veneziana. Anche Gli Strilloni di Luigi Russolo, futurista del prima generazione, è stata ritrovata e attribuita all'artista durante una visita alle opere presenti nella sede romana.

Il Leone porterà in dote anche opere di Giorgio De Chirico, Ippolito Caffi, Massimo Campigli, Giuseppe Capogrossi (Illusionista di campagna), Giovanni Fattori (Tori in Tombolo), Umberto Boccioni (Le due amiche), Carlo Sbisà (La legge e l'industria e La navigazione e il commercio), Filippo de Pisis (Marina con natura morta), oltre a 300 reperti di età romana oggi riuniti in un percorso museale a Roma; quattro Archivi Storici, riconosciuti bene culturale dallo Stato e due Biblioteche con testi dal 1500 in avanti.

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