«Gravi indizi» ma collabora: Uggetti lascia la cella

Domiciliari al sindaco Pd di Lodi. I periti passano al setaccio computer e tablet

Milano A suo carico rimangono indizi gravi, ma sta collaborando con le indagini. Per questo Simone Uggetti ha ottenuto gli arresti domiciliari. Il sindaco Pd di Lodi, finito in cella dieci giorni fa con l'accusa di turbativa d'asta, ha lasciato il carcere milanese di San Vittore ieri poco dopo le 17.

Il piddino (che si è auto sospeso dal partito) è uscito dal penitenziario da solo, con una borsa a tracolla. È salito sull'auto del suo legale diretto all'abitazione nel centro storico lodigiano. Fuori dal carcere non ha rilasciato dichiarazioni, davanti a casa è arrivato con le lacrime agli occhi. «Ho fiducia nelle istituzioni - ha scritto in una lettera letta dal suo difensore, Pietro Gabriele Roveda - Con oggi inizia il primo passo di un nuovo lungo cammino. Sono confortato dal tanto affetto e dalla grande vicinanza di queste ore». Il gip del tribunale di Lodi Isabella Ciriaco si è espressa quindi a favore della concessione dei domiciliari chiesta dai difensori di Uggetti. Lo stesso per l'avvocato Cristiano Marini, che era detenuto a Pavia. L'amico del sindaco, rappresentante della Sporting Lodi, era stato anche lui arrestato il 3 maggio. Secondo la Procura, i complici avrebbero pilotato un appalto per affidare la gestione di due piscine pubbliche scoperte alla società prescelta. La carcerazione era scattata perché Uggetti e Marini avrebbero tentato di inquinare le prove, cancellando alcuni dati e formattando i computer. Il gip aveva già respinto una richiesta di scarcerazione lo scorso 6 maggio, dopo l'interrogatorio di garanzia. In quel momento, valutò Ciriaco, c'era ancora il pericolo di inquinamento. Ma il 9 i due indagati sono stati di nuovo sentiti dal pm Laura Siani e hanno collaborato e fatto ammissioni. La stessa Siani aveva espresso parere favorevole ai domiciliari, non alla scarcerazione.

Nell'ordinanza il giudice sottolinea che rimangono fermi i gravi indizi di colpevolezza per il sindaco. Ma gli dà atto della collaborazione dopo l'arresto. Uggetti ha anche rivelato agli investigatori del Nucleo di polizia tributaria della Gdf le password per accedere a computer, telefoni e tablet sequestrati. In questo modo il rischio che le prove vengano manomesse viene meno. È nei dispositivi del politico 42enne infatti che si troverebbero le bozze dell'appalto confezionato ad hoc. «Il gip ha tenuto conto del fatto che il nostro assistito ha risposto a tutte le domande - spiega Roveda che con Francesco Mucciarelli difende il primo cittadino - Siamo soddisfatti». Ci sono comunque per il giudice «residue esigenze cautelari». Le indagini continuano e le dichiarazioni degli indagati vanno verificate. Per analizzare i computer inoltre il perito nominato dalla Procura, Giuseppe Dezzani, ha chiesto trenta giorni.

La carcerazione è dunque stata attenuata, ma Uggetti e Marini restano agli arresti. Per questa mattina è fissato l'interrogatorio del dirigente del Comune di Lodi - indagato - Giuseppe Demuro. Il quarto iscritto è l'imprenditore Luigi Pasquini.

CBas

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