Grido di rabbia di Salvini contro l'"avvocato Conte". "Il Recovery è di tutti"

Il leader della Lega accusa: "Per voi il problema è perdere le poltrone, per la gente è il lavoro"

Grido di rabbia di Salvini contro l'"avvocato Conte". "Il Recovery è di tutti"

Matteo Salvini vuole il voto a ogni costo, perché sa che è l'unica strada per dar voce agli italiani, visto che la sovranità appartiene al popolo e il governo, con la sua maggioranza risicata, di quel popolo non è più espressione.

«Prima tolgono il disturbo e meglio è - aveva detto a margine della votazione dell'altro ieri alla Camera -, ma stanno facendo tutto loro. Non arrivano alla maggioranza assoluta e questo vuol dire che non c'è un governo, ma loro hanno la faccia multicolor». Ieri al Senato ha rincarato la dose, confermando il «no» convinto della Lega alla fiducia all'esecutivo. «Per qualcuno qua dentro - ha esordito - il problema è perdere la poltrona, per gli italiani normali il problema fuori di qui è perdere il lavoro. E quindi mi scuso a nome di qualche collega senatore che mi ha fatto vergognare. I dati purtroppo dicono che siamo i primi al mondo per morti di Covid e gli ultimi per crescita economica».

Ha quindi elencato tutto ciò che del governo Conte II la Lega non ha apprezzato. «Voi un anno e mezzo fa - ha proseguito - faceste nascere questo governo con come unico collante il non mandare il Paese alle elezioni, altrimenti avrebbe vinto il centrodestra. Siamo punto e a capo. Che problema c'è a chiedere agli italiani il giudizio su ciò che state facendo»?

Ha quindi criticato la scelta di buttare 461 milioni di euro per i banchi a rotelle, il fatto che l'esecutivo non abbia mosso un dito quando la Fiat è stata svenduta ai francesi, le scelte sbagliate sulle tasse. E poi l'affondo: «Il Recovery non è cosa vostra, ma cosa di tutti».

Ha quindi proseguito: «A Bruxelles centrodestra e Pd hanno votato a favore della Tav, i 5 stelle contro. Vogliamo un'Italia sicura e che viaggia».

Salvini già nel pomeriggio sulla sua pagina Facebook si era rivolto agli italiani: «Conte ora al Senato: abbiamo lavorato bene e fatto tanto per tutti, Partite Iva e famiglie, studenti e lavoratori, medici e commercianti, donne, giovani e pensionati. Davvero? Voi ve ne siete accorti?».

La critica più grande è andata però ai senatori che hanno appoggiato il premier per meri scopi personali o per ideologia. «Alcuni discorsi - ha scritto ancora il leader della Lega - di senatori in vendita davvero imbarazzanti: fuori dal Palazzo gli Italiani hanno testa e cuore a lavoro, scuola e salute, qui dentro c'è gente che per la poltrona farebbe, anzi fa, di tutto».

D'altronde, un recente sondaggio dà ragione all'ex ministro dell'Interno. Se si tornasse alle urne, la Lega sarebbe al 23% contro il 20,8% del Pd. Sommando i voti di Fratelli d'Italia al 17% e quelli di Forza Italia all'8%, il centrodestra si attesterebbe al 48%, contro il 40% della coalizione formata da Pd, 5 Stelle e Leu.

I leghisti ieri al Senato sono andati all'attacco del governo. Il senatore Alberto Bagnai non ha usato mezzi termini: «Se siete così bravi perché vi terrorizza il voto e se prima tutto andava bene perché ora si afferma l'esigenza di dover cambiare le regole?», ha detto. Il collega Gianmarco Centinaio è sulla stessa linea: «Un presidente che deve andare a casa, che lo deve fare per cinquecentomila motivi, tanti quanti sono i cittadini italiani che con il suo malgoverno hanno perso il proprio lavoro o chiuso la propria attività. Con la sciagurata politica di questa maggioranza ha chiuso circa il 21% delle agenzie di viaggio, il 14% dei bar e dei ristoranti, il 30% delle realtà produttive dei settori della cultura e dello sport».

Discorso condiviso anche dalla senatrice Erika Stefani: «L'unico progetto di questo Governo - ha spiegato - è sopravvivere a se stesso, la

crisi esiste perché di fatto non c'è una maggioranza politica né una strategia seria e coesa. Lo spettacolo offerto dal palco di Palazzo Chigi alla ricerca di voti con le più vituperate e derise pratiche è stato indegno».

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