Politica

Grillini ai ferri corti, Conte non farà prigionieri

Il leader farà una segreteria blindata coi fedelissimi. Ricorso contro la sua elezione

Grillini ai ferri corti, Conte non farà prigionieri

Giuseppe Conte lo ha spiegato, piuttosto bellicoso, ai collaboratori che lo stanno seguendo su e giù per l'Italia durante il tour elettorale. «Sulla segreteria politica non si faranno prigionieri», è il rilancio che proviene dalle parti dell'ex avvocato del popolo italiano, deciso a occupare manu militari il M5s. Insomma, erano fondati i timori di un grosso pezzo di Movimento, terrorizzato dall'idea che l'ex premier potesse rivoltare come un calzino la creatura di Beppe Grillo. Perciò il Garante ha messo le mani avanti, blindando tre fedelissimi (Luigi Di Maio, Virginia Raggi, Roberto Fico) nel comitato di Garanzia, l'organismo che può sfiduciare il nuovo leader. Il presidente pentastellato è nervoso anche per l'articolo di lunedì del contiano Fatto Quotidiano, a firma Selvaggia Lucarelli, in cui si prendeva di mira la sua comunicazione poco incisiva. Ma Conte è pronto a reagire. L'obiettivo è piazzare nella segreteria dieci persone, quasi tutte vicine a lui. Si parla dell'ex sottosegretario a Chigi Mario Turco, scalpita il deputato Michele Gubitosa, imprenditore, già presidente dell'Avellino Calcio, tra i preferiti del giurista di Volturara per la sua bravura in televisione. E poi ci sono le donne. Forse Paola Taverna, vicepresidente del Senato. Molto probabilmente Lucia Azzolina e Chiara Appendino. La prima, dopo l'esperienza da ministro nel Conte bis, è tra i capofila dei contiani in Parlamento. La seconda, sussurrano i maligni, ha scelto di non ricandidarsi a Torino per tentare il salto nazionale.

La stessa motivazione avrebbe spinto invece Virginia Raggi a correre da sola a Roma, ostacolando l'alleanza con il Pd tanto cercata dall'ex presidente del Consiglio. La sindaca aspetta il risultato del primo turno per cominciare a sparare sul nuovo corso contiano. Secondo quanto trapela dal M5s, la Raggi si sta preparando ad addossare a Conte tutte le colpe della disfatta alle comunali. «Virginia» vuole rappresentare a livello nazionale chi rifiuta di confluire nel centrosinistra. L'operazione mira a scalfire la leadership di Conte, poi chissà, provare a scalare il partito con l'aiuto di Grillo. «In fondo il M5s non ha mai avuto una leader donna», abbozzano i pentastellati che non amano l'ex premier. «La Raggi è stata messa nel Comitato di Garanzia per rompere le scatole a Conte», dice un deputato alla seconda legislatura. Un'altra voce dal gruppo parlamentare ne è certa, «solo lei può far rientrare Di Battista». Dibba nello scorso week end ha incontrato Davide Casaleggio a Marina di Massa, ma i contorni del suo futuro politico non sono ancora definiti. Sempre dal fronte ex grillino, preoccupa il ricorso degli attivisti di Napoli contro la votazione online per Conte leader. L'azione dei ribelli potrebbe bloccare anche la recente elezione del Comitato di Garanzia.

Un documento che circola in ambienti del M5s, consultato dall'Adnkronos, parla di voto «manipolabile», perché il nuovo sistema SkyVote non ha una certificazione esterna che garantisce la correttezza del voto.

Commenti