"Grillini obbligati a dare fiducia? È una norma incostituzionale"

A sollevare la questione è l'avvocato costituzionalista Felice Besostri, insieme al quale i 5 Stelle pure hanno condiviso alcune battaglie politiche

"Grillini obbligati a dare fiducia? È una norma incostituzionale"

Esiste un potenziale "problema di natura costituzionale" all'interno del nuovo codice etico del M5S e riguarda la norma che obbliga i portavoce eletti "a votare la fiducia, ogni qualvolta ciò si renda necessario, ai governi presieduti da un presidente del consiglio dei ministri espressione del MoVimento 5 Stelle". A sollevare la questione, in una conversazione con l'Adnkronos, è l'avvocato costituzionalista Felice Besostri, insieme al quale i 5 Stelle pure hanno condiviso alcune battaglie politiche: su tutte, quella contro la riforma della Costituzione targata Renzi-Boschi.

"Alla luce dell'articolo 67 della Costituzione dare o non dare la fiducia è un'attività che il parlamentare deve svolgere nell'interesse della Nazione", ha detto l'avvocato. Che poi aggiunge che la norma presente nel regolamento pentastellato "colpisce una delle funzioni che la Costituzione assegna al parlamentare", la cui "unica guida deve essere l'interesse della Nazione e non la disciplina di partito". T

uttavia, sottolinea Besostri, "occorre distinguere tra le attività svolte come membri di una associazione e quelle che si compiono nella qualità di parlamentare. Queste ultime sono costituzionalmente rilevanti, le altre no e sono un problema di diritto privato, che devono risolvere i giudici civili". Per l'avvocato, inoltre, saranno "difficilmente esigibili" i 100mila euro di penale imposti dal M5S a chi viene espulso dal gruppo parlamentare, a chi lo abbandona per iscriversi a un altro gruppo e a chi si dimette prima del tempo dalla carica di parlamentare, così come "il contributo mensile di euro 300 destinato al mantenimento delle piattaforme tecnologiche che supportano l'attività dei gruppi e dei singoli parlamentari". "Se chi subisce la sanzione decide di pagarla volontariamente, il problema non c'è. Se si rifiuta, allora bisogna dare origine a una causa civile.

Ma io credo che la somma richiesta difficilmente sarà esigibile", sottolinea Besostri, secondo il quale in Italia "manca una regolamentazione organica dei partiti politici, che stabilisca cosa può o non può esserci in uno statuto, come in tutti i paesi europei".

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