Grillo bastona il Colle: "Ridurre i suoi poteri". E i 5 stelle si spaventano

Show del comico con la "manina". Poi i suoi lo smentiscono: "Non ha ruoli istituzionali"

Grillo bastona il Colle: "Ridurre i suoi poteri". E i 5 stelle si spaventano

La manina, di nuovo. A Italia Cinque Stelle, Circo Massimo di Roma, prima della sbornia del Grillo-Show, è un parlamentare a parlare della crisi, poi risolta, sul decreto fiscale. «La manina è stata politica - dice - i leghisti non lo hanno mai smentito, volevano quel condono». Il tormentone dei giorni scorsi riappare sul palco quando a parlare è Beppe Grillo. L'intervento del comico è previsto alla fine della scaletta. E lui, autodefinitosi «L'Elevato», non delude il pubblico. Così tanto esuberante da costringere il M5s a smentirlo.

A un certo punto Grillo, munito di «manina» di plastica, se la prende con il Presidente della Repubblica. E, citando un'accusa di vilipendio che lo coinvolge, attacca: «Dovremmo togliere i poteri al Capo dello Stato, dovremmo riformarlo. Il vilipendio, un capo dello Stato che presiede il Csm, non è più in sintonia con il nostro modo di pensare». Prima che il caso scoppi nelle stanze del Quirinale, i Cinque Stelle fanno trapelare una smentita. «Né le forze di maggioranza né il governo intendono riformare i poteri del Presidente della Repubblica - è il senso del messaggio - Tale proposito non è infatti presente nel contratto di governo. Si fa inoltre notare che Grillo non riveste ruoli istituzionali». Concludono dal Movimento: «Abbiamo piena fiducia nel ruolo di Garante della Costituzione del Presidente Mattarella».

«L'Elevato» mette in scena uno spettacolo e prende in giro un po' tutti. A cominciare dal premier Giuseppe Conte: «Noi abbiamo cambiato il mondo, guardate a Conte cosa è successo in 4 mesi, era un cazzo di professorino, che faceva l'esegesi del diritto romano, e ora è qui che dice Noi cambieremo il mondo». Ce n'è anche per Di Maio: «Nessuno può metterlo in difficoltà, solo io posso farlo, perché so tutte le cose vere ma non le dirò mai». Il presidente francese Emmanuel Macron è «un bambino violentato da anziani». Poi l'aneddoto su Matteo Salvini: «Era timido, l'ho incontrato una volta in aeroporto, lui si è avvicinato e mi ha detto: Signor Grillo c'è mia mamma al telefono, la potrebbe salutare?. Alla mamma ho detto: Signora, perché non ha preso la pillola quel giorno?». Battute a parte, Grillo blinda l'alleanza, tra i mugugni degli attivisti: «Salvini non lo conosco, ma è una persona leale, mi dicono che mantiene quello che dice».

Prima del comico hanno sfilato sul palco, con una tempistica serrata, alcuni ministri e parlamentari. Tra di loro il più applaudito è stato il Guardasigilli, Alfonso Bonafede. Mentre il viceministro all'Economia Laura Castelli e la senatrice Nunzia Catalfo hanno spiegato il reddito di cittadinanza. Non si vede Danilo Toninelli e qualche maligno sussurra di un embargo dopo le gaffes collezionate nell'ultimo periodo.

Nell'applausometro del popolo grillino a stravincere è il premier Giuseppe Conte. «Il cittadino che si fa Stato», così lo annuncia Di Maio. «Governeremo a lungo - spiega Conte tra le ovazioni dei militanti - il termine è il 2023, sia chiaro». Poi annuncia di essersi decurtato lo stipendio del 20% e di essersi ridotto la scorta. I comunicatori Rocco Casalino e Pietro Dettori sorridono soddisfatti.

Di Maio insiste sulle elezioni europee: «Vogliamo creare un nuovo gruppo, a gennaio

presenteremo un manifesto». Ma il protagonista è Grillo. Durante il suo intervento si vede nel cielo uno stormo di rondini. «Beppe hanno formato un cuore», gli dicono i militanti. «Certo, le ho addestrate io», risponde «L'Elevato».

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