Uno per tutti, tutti per Conte. E appesi a Beppe Grillo. Il comico di Genova e il professore universitario di Foggia, nell'ennesimo giorno di incertezza e trattative in salita, sono i due soli attorno a cui ruota il confuso e frammentario universo del M5s. Gli altri due leader, il capo politico Luigi Di Maio e il guru Davide Casaleggio appaiono in difficoltà di fronte al nuovo progetto «verde e progressista» lanciato dal comico e appoggiato dalla gran parte del gruppo parlamentare stellato, a partire da Roberto Fico e dai suoi uomini, rivitalizzati dalla fine dell'avventura di governo con la Lega di Matteo Salvini.
La dimostrazione del fatto che il Garante sia tornato a dettare la linea, si ragiona nel Movimento, sta anche nella retromarcia azionata ieri proprio dal presidente della Camera. Tirato in ballo dal Pd per la premiership del governo giallorosso, nella tarda mattinata di ieri ha fatto filtrare la frenata: «Roberto Fico ricopre il ruolo di presidente della Camera dei deputati e intende responsabilmente dare continuità al suo ruolo». La pregiudiziale, per ogni futuro passo avanti nel dialogo con Zingaretti, è il Conte-bis e l'indicazione giunge direttamente da Grillo. Ritirata la carta Fico, nel primo pomeriggio a dettare la linea è arrivato un altro post pubblicato sul Blog del fondatore, spazio virtuale tornato ad essere il cuore pulsante della comunicazione politica del grillismo.
Nel consueto riepilogo domenicale dei fatti della settimana, il Garante del M5s ha rilanciato un estratto dell'articolo del 23 agosto, quando, di fatto, aveva imposto al Movimento la strategia dell'ancoraggio della trattativa alla permanenza di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. «Saluto con grande piacere il professor Giuseppe Conte, lo abbiamo visto attraversare una foresta di dubbi e preoccupazioni maldestre, faziose e manierate - ha spiegato nuovamente Grillo - che ha saputo superare grazie a dei requisiti fondamentali per la carica che è destinato a ricoprire: la tenuta psicologica e l'eleganza nei modi». Diverse fonti, alcune in contatto con il comico, spiegano che la linea del fondatore avrebbe un respiro molto più ampio rispetto all'insistenza sulla riconferma di Conte a capo di un nuovo governo M5s-Pd. Con un piano B in caso di elezioni anticipate: il premier dimissionario otterrebbe la candidatura a presidente del Consiglio, Di Maio rimarrebbe capo politico con poteri molto limitati. Di fatto, una diarchia Conte-Grillo.
Sopite, almeno nelle dichiarazioni pubbliche, le polemiche con il drappello di parlamentari che spinge per un ritorno con la Lega, a compattare le truppe è arrivato un tweet della vicepresidente del Senato Paola Taverna, tra gli scettici sullo scenario giallorosso, che ha scritto: «Apprendo dai giornali che ci estingueremo se facciamo l'accordo col Pd, ci estinguiamo se torniamo con la Lega e se andiamo al voto. Rischiamo l'estinzione da quando è nato il Movimento. Se questo è il risultato dei loro pronostici siamo in una botte di ferro». Dal fronte interno opposto è tornato a parlare il deputato Luigi Gallo, il parlamentare più vicino a Fico.
Che ha rilanciato sul programma a trazione «green»: «Guardiamo al pianeta e all'Italia, diamo vita alla fase 2 del M5s». La proposta è quella di «un governo di transizione energetica, di lotta ai cambiamenti climatici, di investimenti in istruzione e di rilancio culturale e dei beni comuni».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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