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Grillo difende il reddito e si accoda a Elly

Il fondatore: "La Mia esclude i poveri. Conte? Troppo democristiano"

Grillo difende il reddito e si accoda a Elly

Giuseppe Conte? «È troppo democristiano? Eh lo so non è nato... devi dargli un po' di tempo. Ma guarda che sta migliorando, non era così all'inizio». La Mia? «Esclude i poveri per fare cassa». Ed Elly Schlein? «Va benissimo! Le nostre idee devono andare avanti con altri nomi». Beppe Grillo torna a parlare mentre la bozza di riforma del Reddito di Cittadinanza stordisce il M5s e Conte rimane in silenzio. Capovolgimento momentaneo dei ruoli. Tocca al fondatore tentare di smontare la Misura di inclusione sociale che dovrebbe andare a sostituire il sussidio bandiera dei Cinque Stelle. Spazientito dai temporeggiamenti dell'avvocato di Volturara Appula, Grillo prova ad alzare il tono del dibattito sul Rdc. «La Mia è il fac-simile del Reddito di cittadinanza, ma nettamente peggiorato. A dispetto del nome, non c'è nulla di inclusivo. Di fatto, si fa cassa sui poveri», scrive il Garante sul suo Blog.

Grillo ribattezza la riforma con la sigla Mea, ovvero «Misura di esclusione attiva». «La MEA - scrive il comico - fa di tutto per escludere dal beneficio i poveri, ad esempio i pensionati poveri (che oggi ricevono la pensione di cittadinanza), i poveri del nord, che son tagliati fuori dalle nuove soglie, i nuclei senza figli, i single. E vogliamo che i giovani stiano a casa fino a 30 anni, altrimenti non gli diamo il sussidio». L'intervento di Grillo rivitalizza il M5s. Conte non parla. Ma lo fa uno dei suoi vice, Michele Gubitosa. «L'impianto di Mia dovrebbe tagliare fuori 345mila famiglie che attualmente percepiscono il Rdc», attacca il deputato grillino. «Fare cassa sulla pelle dei più deboli è la cifra di questo governo. Se questa è la prospettiva, è una follia e siamo pronti alle barricate», insiste Gubitosa. I parlamentari del M5s delle commissioni Lavoro di Camera e Senato minacciano: «Basta giocare alla propaganda sulla pelle delle persone, si fermino finché sono in tempo». Secondo Alessandro Di Battista il Rdc «è stato tagliato e rinominato per fare cassa e ingannare gli elettori». Roberto Fico parla di «governo confuso e miope».

La notizia della riforma del sussidio arriva in un momento di crisi per il M5s, incalzato a sinistra dalla Schlein. La neo segretaria è incoronata anche da Grillo, nonostante le perplessità di Conte, tentato da un riposizionamento «moderato». «Schlein va benissimo. Tutte le nostre idee devono andare avanti con altri nomi», dice Grillo mentre parla con i fan nel teatro di Milano dove è allestito il suo show «Io sono il peggiore». Quando uno dei curiosi gli chiede se Conte non sia troppo democristiano lui non esita a prendere in giro l'ex premier: «Non è nato, devi dargli tempo, sta migliorando, non era così all'inizio». Non è nato grillino, la sottolineatura del comico. Schlein va benissimo, Conte è democristiano, l'altra staffilata mascherata dall'ironia.

Dopo l'elezione di Schlein e la riforma del Rdc Conte è tornato ad annaspare. Lo screenshot dell'ultimo sondaggio del Tg La7, con il M5s sotto al Pd al 15,7% e un 1,3% in meno rispetto a fine febbraio, impazza nelle chat dei parlamentari. C'è chi se la prende con Rocco Casalino per la gaffe su Baudelaire durante l'intervista a Belve su Rai2 e chi annota: «Sul Rdc abbiamo reagito troppo tardi e male, così la Schlein ci annulla».

Conte tentenna, Grillo fa il supplente e benedice la neo-segretaria dem.

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