Beppe Grillo si connette su Zoom a sorpresa durante l'assemblea dei parlamentari infastiditi dai temporeggiamenti di Giuseppe Conte. Mentre il leader incaricato si districa tra i grovigli del M5s, il Garante continua a puntare sulla transizione ecologica e sogna i 5s in salsa verde. Doveva essere la prima lezione del professore Marco Morosini, nuovo consulente del Movimento, vecchio ghostwriter ambientalista del fondatore. Nonché l'occasione per presentare alla truppa Roberto Cingolani, titolare del nuovo ministero voluto da Grillo. Ma il comico mette in piedi un piccolo-show. Parla dell'innalzamento dei mari. Esorta i parlamentari: «Dovete metterci passione quando comunicate». Invoca un reset della comunicazione. «Dovete studiare», dice. Poi andrete in Tv. Sfotte bonariamente gli eletti: «miracolati». Cerca di far digerire alla platea Cingolani, sospettato di renzismo. «Io sono l'Elevato, lui il supremo», scherza citando la battuta fatta dopo le consultazioni con Draghi. E ancora, la Transizione ecologica «entri nei licei», il reddito di cittadinanza sia «universale, «la regola dei due mandati è un pilastro», «con Rousseau troveremo un accordo». Parole al miele per Draghi: «Non è un banchiere senza sentimenti, ha mantenuto la parola su transizione ecologica e reddito di cittadinanza».
E mentre Grillo blinda la candidatura di Virginia Raggi a Roma, resta la polvere sotto il tappeto. «Non sappiamo neanche una parola di quello che si sono detti con Letta, è peggio di prima». A taccuini chiusi, dai gruppi parlamentari del M5s filtra insofferenza per le tempistiche e i metodi della rifondazione di Conte. Chi si aspettava di essere coinvolto di più è deluso. In Parlamento i grillini commentano il faccia a faccia tra il loro leader designato e il neo-segretario del Pd Enrico Letta. Si lamentano di non essere riusciti a sapere una sola frase di ciò che Conte ha detto all'alleato dem. Nemmeno ai parlamentari più esperti è arrivato nulla. Nel gruppone si sentono, ancora una volta, in balìa di forze esterne. Le svolte maturano solo durante i famosi «caminetti». I vertici top secret contro cui tante volte si sono scagliati i grillini.
Così se Conte fino a un paio di settimane fa era acclamato come il salvatore della patria, allora adesso comincia a essere al centro di un po' di malcontento. C'è chi la butta sul ridere e dice che forse era meglio tenersi il reggente Vito Crimi. Un parlamentare dice: «Se continuiamo così va a finire che guideranno il M5s Brescia e Sibilia». Il riferimento è a Italia + 2050, l'associazione autoproclamatasi contiana creata da alcuni parlamentari della corrente «Parole Guerriere». Non manca chi insinua che la sigla possa essere utilizzata per bypassare il limite del doppio mandato, dirottando in un'altra lista chi non potrà candidarsi. E viene tirato in ballo anche il gruppo dei responsabili, creato per salvare Conte durante l'ultima crisi di governo. Una formazione che l'ex premier vorrebbe recuperare, in modo da creare una sua riserva personale oltre il M5s.
Chi è già oltre, come Alessandro Di Battista, polemizza sul voto di giovedì in Giunta delle autorizzazioni al Senato sull'utilizzo di alcune intercettazioni in cui è coinvolto il senatore di Forza Italia Luigi Cesaro. Barbara Lezzi, espulsa, rilancia.
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