I due, Beppe Grillo e Luigi Di Maio, si dice che abbiano ritrovato la sintonia durante il vertice del 21 febbraio scorso all'Hotel Forum di Roma. In quell'occasione, quando si cominciava a parlare di una nuova organizzazione del Movimento, il capo politico aveva trovato una sponda inaspettata nel Garante, il via libera a trasformare i Cinque Stelle in qualcosa di molto simile a un partito tradizionale.
Tutto ciò nonostante le perplessità di Davide Casaleggio, il dominus di Rousseau, che proprio a quel tavolo romano aveva ottenuto come contropartita un maggior peso e una maggiore frequenza delle votazioni sulla piattaforma di democrazia diretta. «Dobbiamo strutturarci, perché non basta chiedere alla base con un clic», è il ragionamento della maggior parte dei parlamentari stellati. Ed ecco un nuovo vertice, stavolta a due: Grillo e Di Maio. Ieri a Marina di Bibbona, provincia di Livorno, un pranzo a Villa Corallina, residenza estiva del comico. Quella che il fondatore del M5s affittava a 14mila euro a settimana.
Tre le questioni esaminate: riorganizzazione interna, rimpasto di governo, staff comunicazione. Sul primo tema molti parlamentari, anche tra i più vicini al vicepremier, cadono dalle nuvole: «Siamo ancora in fase di discussione e valutazione, abbiamo bisogno di ascoltare tutti». Quella che trapela, però, è la volontà di muoversi su due piani paralleli. Costituire una «segreteria politica» formata da 4 o 5 persone che affianchi Di Maio a livello centrale. I nomi che si fanno sono sempre quelli di Alessandro Di Battista, Paola Taverna, Roberto Fico e stanno salendo le quotazioni di Gianluigi Paragone. Su scala locale, l'idea è costituire dei coordinamenti regionali, che dovranno riunirsi periodicamente in assemblee. Un po' come è accaduto qualche settimana fa con la discussione tra eletti e attivisti di ogni regione sui cambiamenti da adottare. Tra cui l'ammorbidimento della regola del doppio mandato e gli apparentamenti con le liste civiche alle elezioni comunali. Regola aurea del doppio mandato che dovrebbe rimanere per parlamentari, europarlamentari e consiglieri regionali. Fonti interne riferiscono di un Di Maio soddisfatto che ha espresso così il suo pensiero: «Abbiamo bisogno del sostegno di tutti. Il M5s tornerà più forte di prima, è l'unica speranza in questo Paese». Qualche divergenza è emersa soltanto sull'ipotesi del rimpasto di governo. Grillo ha ricevuto telefonate e «richieste d'aiuto» da alcuni ministri che rischiano il posto, soprattutto la titolare della Sanità, Giulia Grillo, e il Garante vorrebbe evitare contraccolpi interni. Ma del rimpasto se ne riparlerà nel vertice di governo con il premier Giuseppe Conte e l'altro vicepremier Matteo Salvini previsto per lunedì.
Ieri Di Maio è intervenuto, con un post su Facebook, sulla nomina del prossimo presidente del Consiglio europeo. Per il ruolo Germania e Francia avrebbero proposto all'Italia l'ex premier Enrico Letta.
Il vicepremier grillino ha scritto: «Tutta la mia solidarietà, mai venuta meno, all'ex presidente del Consiglio Enrico Letta (e sapete a cosa mi riferisco...), ma nel ruolo di Commissario Ue per l'Italia no, grazie». La gaffe non è passata inosservata, perché il Commissario Ue per l'Italia e il presidente del Consiglio europeo sono due figure ben diverse.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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