Genova - Altro che «fidatevi di me». Di Beppe Grillo possono fidarsi solo e soltanto gli attivisti più convinti che al pari di membri di una setta lo seguono e lo elogiano a prescindere. Ma no, in un partito politico, ancorché ambiguo come il Movimento 5 Stelle, il «fidatevi di me» non fa giurisprudenza, non vale, non può esistere in uno Stato di diritto. Il Tribunale di Genova ha dato ragione a Marika Cassimatis che aveva vinto le comunarie pentastellate per poi essere estromessa da Grillo in persona a vantaggio dello sconfitto, l'orchestrale Luca Pirondini, gradito al leader. Votazione annullata con la scusa di un paio di like su Facebook a post non allineati al Movimento e con accuse pesanti che sono valse a Grillo una querela da parte della stessa Cassimatis. Eppure Grillo non molla e non cambia idea, nonostante la sentenza.
Un caos totale e la certificazione, ora anche giuridica, del bluff della democrazia diretta e di tutte le balle assortite spacciate dal grillismo a partire dall'«uno vale uno». Nel suo dispositivo il giudice Roberto Braccialini ha parlato, fra l'altro, di «regole non chiare» e «conduzione del partito a tratti dirigista». Il M5s si conferma quindi un partito autoritario, gestito da un uomo solo al comando, al massimo due, vedi Casaleggio jr, in cui il dissenso non è ammesso né tollerato e dove non si è nemmeno in grado di rispettare le regole autoprodotte. Figurarsi di governare.
«Al momento sono la candidata sindaco del M5S, il marchio è attribuito a chi vince le Comunarie, cioè a me», esulta Marika Cassimatis dopo la sentenza che la rimette in corsa. «È una battaglia di legalità, giustizia e trasparenza, siamo soddisfatti aggiunge la grillina sub iudice Questa sentenza ha anche un valore politico per un movimento che ha come bandiera democrazia e trasparenza e deve garantirla anche al suo interno». Cassimatis spera in una soluzione pacifica assai difficile da prevedere. «Aspettiamo un incontro con Beppe Grillo e il suo staff, vedremo se troveremo una soluzione quando decideranno di incontrarci». Intanto la querela nei confronti dell'ex comico rimane mentre quella a Di Battista, potrebbe venire meno.
Ma l'ex comico è tutt'altro che conciliante. In serata, tramite il suo blog, fa capire di voler tirare dritto e di voler ignorare la sentenza: «Marika Cassimatis è stata sospesa e la votazione del 14 marzo è stata annullata, pertanto la stessa non è né sarà candidata con il Movimento 5 Stelle a Genova alle elezioni dell'11 giugno», si legge in un post del sito dove campeggia anche un'intervista a Luca Pirondini che parla della sua idea di Genova. Anche se l'orchestrale ieri sera ha disertato un confronto in tv. Meglio aspettare e tacere. A quanto pare i legali di Grillo stanno studiando la situazione nel dettaglio per capire come uscire dal ginepraio con meno danni possibili. Esiste l'eventualità di un ricorso d'urgenza ma è alquanto improbabile che possa ribaltare la sentenza di ieri.
Grillo quindi potrebbe andare avanti con Pirondini, prestando il fianco ad ulteriori ricorsi, o in un'ultima istanza, decidere clamorosamente di estromettere il Movimento dalla corsa al Comune della sua Genova. Una corsa, in ogni caso, ad ostacoli. Grillo, con l'ennesima figuraccia, si è azzoppato da solo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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