Un blog "a sua insaputa"? No, solo "una comunità online di lettori, scrittori e attivisti a cui io ho dato vita e che ospita sia i miei interventi sia quelli di altre persone che gratuitamente offrono contributi". È questa la difesa di Beppe Grillo a chi fa notare che, a differenza di quanto si pensi e nonostante il sito riporti persino il suo nome e cognome, non è lui il responsabile di quello che passa sul portale.
"Il pezzo oggetto della querela del Pd era un post non firmato, perciò non direttamente riconducibile al sottoscritto", spiega oggi il guru del Movimento Cinque Stelle, spernacchiando chi lo aveva denunciato, "I post di cui io sono direttamente responsabile sono quelli, come questo, che riportano la mia firma in calce".
E alla fine il solito attacco ai democratici, a cui consiglia pure di prendersi un Maalox contro i bruciori di stomaco: "Nessuno scandalo, nessuna novità. Se non il rosicamento del Pd per aver per il momento perso la causa, cosa che Bonifazi ha scordato di dire. Nessuna diffamazione. Nessun insulto. Semplice informazione libera in rete".
Ma come non approfittare di un post che sicuramente - visto il clamore della vicenda sollevata da Francesco Bonifazi - avrà migliaia di visite per farsi un po' di pubblicità? Ecco quindi che la breve arringa di difesa, da sfottò per i democratici si trasforma persino in messaggio pubblicitario.
"Inoltre, dal 25 marzo riprende lo spettacolo Grillo Vs Grillo,
con l'aggiunta dei calcoli di Grillo", chiosa il comico, facendo l'elenco delle date del suo tour. Ma cosa c'entrano con le accuse in questione? Evidentemente è più interessato a far soldi che a dare spiegazioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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