Nonostante il governo sia insediato già da un po' e malgrado le caselle ministeriali siano tutte a posto, l'esecutivo guidato da Giuseppe Conte, nato all'insegna dell'europeismo, potrebbe presentarsi al suo primo appuntamento europeo con i compiti fatti a metà.
Il conto alla rovescia per il primo atto ufficiale di politica economica segna meno undici giorni alla presentazione del Nadef. La nota autunnale di aggiornamento al Def, il documento di economia e finanza, che serve a mettere a punto le grandi cifre che fanno da sfondo alla politica economica. Quindi le previsioni aggiornate sulla crescita del Pil e quelle sui dati principali di finanza pubblica, ma anche il costo delle scelte che saranno prese con la prossima legge di Bilancio. Il tutto dovrà essere presentato il 27 settembre. In poco più di una settimana il ministro Roberto Gualtieri dovrà alzare il sipario sulle tabelle che impegneranno il governo almeno per un anno.
Tempi troppo stretti per mettere d'accordo la maggioranza Pd-Movimento 5 stelle, che è ancora tutta da rodare. Il dato certo è che i margini di manovra per approvare politiche di spesa saranno minimi.
Se la crescita del 2019 sarà veramente a zero come sostengono molti analisti ci saranno effetti anche nel 2020 e il deficit nominale, ottimisticamente previsto all'1,6% del Pil potrebbe essere più altro.
Vero che l'Europa potrebbe fare qualche sconto sulla correzione strutturale del deficit richiesta all'Italia, lo 0,6% del Pil. Concedere delle attenuanti già previste dai patti - circostanze eccezionali, investimenti e riforme - che possono valere uno sconto di pochi miliardi che non riduce il costo delle misure obbligatorie o quasi che fanno già parte della manovra. Quindi i 23,1 miliardi per disinnescare gli aumenti dell'Iva in programma per il 2020 più le spese obbligatorie. Il tutto porta già la manovra vicino a quota 30 miliardi.
Gualtieri dovrà trovare le risorse per la manovra già incorporata nella legge di bilancio del 2020. Poi dovrà tenere basse la aspettative della maggioranza, perché ogni altra misura - come aveva già previsto il predecessore Giovanni Tria - dovrà essere coperta, con nuove tasse o tagli alla spesa. Una strettoia i giallorossi dovranno percorrere in tempi brevissimi. Entro il 27 settembre, appunto.
A meno che - e questa è l'ipotesi che circola questi giorni al ministero dell'Economia - il prossimo Nadef non contenga solo il quadro tendenziale. Cioè le previsioni economiche e sui conti pubblici a legislazione vigente, rinunciando alla misurazione degli effetti finanziari delle riforme da varare con la legge di bilancio. Come se il governo fosse in carica solo per gli affari correnti.
Un limbo che durerebbe comunque poco. Entro il 20 ottobre il governo dovrà inviare a Bruxelles il Documento programmatico di bilancio e poi cinque giorni dopo, varare la Legge di Bilancio.
Non si scappa, insomma.
«Delle due l'una - commenta Renato Brunetta responsabile economico di Forza Italia - o è vero che la manovra economica non sarà restrittiva, e allora deficit e debito saliranno, violando le regole europee, oppure l'Italia rispetterà davvero gli obiettivi di finanza pubblica e allora la manovra dovrà essere per forza di cose restrittiva, ovvero realizzata o con un aumento di tasse, o con tagli alla spesa».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.