Gualtieri non bluffa più. La stangata fiscale ormai è dietro l'angolo

Il ministro vuole compensare la promessa di taglio Irpef, rivedendo detrazioni e sussidi

Gualtieri non bluffa più. La stangata fiscale ormai è dietro l'angolo

Dal 2021 non c'è nulla di buono da aspettarsi sul fronte fiscale. Molti italiani lo sapevano già, visti i propositi annunciati dal governo in materia con il Piano nazionale di riforma. Ieri il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, non ha fatto altro che confermarlo. «Stiamo lavorando a un modello che prevede una riduzione dell'Irpef, che ricordo il governo ha già avviato quest'anno, e l'assegno unico per i figli da finanziare in parte con una riforma delle detrazioni e dei sussidi ambientali dannosi e in parte col contrasto all'evasione e che potrà essere implementato gradualmente per garantire l'equilibrio della finanza pubblica», ha dichiarato aggiungendo di apprezzare «il modello tedesco di progressività con aliquota continua, ma su questo non abbiamo ancora deciso».

Partiamo dalla fine. Il modello tedesco dell'aliquota continua (ma si potrebbe chiamare tranquillamente «modello gesuitico» visto che si applica al caso individuale) prevede un'Irpef a scaglioni come quella italiana, ma con una variazione sostanziale: non ci sono detrazioni e, a seconda del reddito lordo (individuale o congiunto marito-moglie), si applica una ben precisa aliquota inclusa nello scaglione medesimo. Ad esempio, utilizzando le attuali aliquote, chi denuncia un reddito di 25mila euro non pagherebbe più un'aliquota così composta (8.174 euro di no tax area + il 23% fino a 15mila euro + il 27% fino a 25mila euro) che, in assenza di detrazioni è del 14,8% circa: quindi 3.700 euro. Dovrebbe, infatti, pagare un'aliquota predeterminata che potrebbe essere anche superiore (in Germania sarebbe attorno al 24% ma i tedeschi sono generosi dal punto di vista delle prestazioni sociali), per un esborso di almeno 4.500 euro.

Un modello messo a punto dall'associazione Astrid, che ha aggiunto al sistema dei correttivi per non penalizzare i redditi bassi, evidenzia che si potrebbe raggiungere risparmi superiori ai 300 euro per dipendenti e pensionati.

La curva delle aliquote così congegnata penalizzerebbe, soprattutto, gli autonomi che si vedrebbero costretti a pagare un po' più di tasse, magari in cambio di minori detrazioni. Il sistema dell'assegno unico per i figli, che dovrebbe entrare in vigore l'anno prossimo, è basato sull'Isee familiare. Dunque, a reddito più elevato assegno più basso. E il fatto che gli alleggerimenti fiscali per i lavoratori con il taglio del cuneo e l'assegno unico del Family Act, ha sottolineato Gualtieri, devono garantire «l'equilibrio della finanza pubblica» prelude a un aumento dell'imposizione su altri fronti. ad esempio, nei giorni scorsi si è già appurato che il taglio degli sconti fiscali sul diesel, allo studio del ministro dell'Ambiente Costa, potrebbe costare a cittadini e imprese oltre 5 miliardi in più. Altri tagli ai sussidi ambientalmente dannosi potrebbero determinare un incremento dei prezzi alla produzione, a cascata, dell'inflazione erodendo il potere d'acquisto.

E anche gli sconti cashback per chi da dicembre pagherà gli acquisti con sistemi elettronici come carte, bonifici e app non sono altro che un mezzo per consentire più facilmente all'Agenzia delle Entrate di verificare potenziali evasioni dell'Iva piuttosto che una serie di spese dei contribuenti non direttamente proporzionali al reddito dichiarato. Una situazione che comunque potrebbe favorire un aumento del gettito per altre vie.

Queste

sedicenti riforme non risolvono il rebus del fisco che tutti i governi (non solo questo) evitano di affrontare: o si fissa la spesa e si tassa di conseguenza. O si fissano le tasse e si garantiscono solo determinati servizi.

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