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"Ha perso e si inventa il complotto". Così Bettini indebolisce Letta

Goffredo Bettini, con uno sguardo alle comunali di Roma, ha dato vita a una corrente di sinistra e ha messo già in difficoltà Letta sostenendo che Conte sia caduto per un complotto...

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“Conte non è caduto per i suoi errori o ritardi (che in parte ci sono stati) ma per una convergenza di interessi nazionali e internazionali che non lo ritenevano sufficientemente disponibile ad assecondarli e dunque, per loro, inaffidabile”. La teoria del 'complotto' esposta dall'ex europarlamentare Goffredo Bettini nel manifesto 'Le agorà' ha suscitato molto scalpore dentro il Pd.

Bettini, poi, intervistato da Tg2 post, ha chiarito:"Non ho mai parlato di un complotto, almeno nella forma di una sorta di Spectre. Nella politica e in un certo giornalismo di oggi non hanno più peso le parole. Io ho scritto nel documento di una convergenza di interessi nazionali e internazionali che si sono manifestati in varie forme e che ritenevano Giuseppe Conte poco affidabile". Indipendentemente dalle diatribe nominalistiche, quel che conta è la sostanza, ossia far passare il messaggio che Conte non è caduto per demeriti suoi, ma perché qualcuno ha tramato per farlo cadere. “La teoria secondo cui se succede qualcosa non è mai per colpa loro, ma di un'entità superiore è tipica di una certa sinistra”, spiega a ilGiornale.it un parlamentare di Base riformista parlando dei suoi colleghi di partito che, ora, orfani di Zingaretti, si sono riorganizzati in questa nuova 'area politico-culturale' che non osano chiamare corrente, anche se ha tutte le sembianze di una corrente. “Non è che se cadi è colpa dei grandi poteri internazionali, mentre se resisti allora vuol dire che sei bravo tu”, rimarca l'esponente dem. D'altronde lo stesso Enrico Letta, intervenendo a Dì martedì, ha respinto qualsiasi tipo di teoria complottista e, sulla caduta del governo giallorosso, ha detto:“Ci ho rivisto qualcosa che ho vissuto, perché Conte è caduto per mano di Matteo Renzi”.

Il leader di Italia Viva, sentendosi chiamato in causa, nella sua e-news, smonta la tesi del "gomploddo internazionale" e scrive: "Qualche ministro dell'attuale governo, come Andrea Orlando, invece si è smarcato e ha detto che non si è trattato di un complotto internazionale ma di una scelta delle elité di questo Paese (che dunque avrebbero tramato contro Conte per portare Orlando al governo: non ci sono più le elité di una volta). Maggioritaria la corrente che, invece, si mantiene su una linea di coerenza e dice: "è tutta colpa di Renzi". “Tirano fuori questa storia proprio ora che stanni venendo fuori situazioni gravi come il caso delle mascherine e dei ventilatori polmonari”, osserva un renziano di stretta osservanza che aggiunge: “'Salto verso il buio', 'è una pazzia'. Se ne sono dette tante sulla crisi e, ora, pur di non ammettere che la crisi non ha portato l'Italia verso la catastrofe, si inventano il complotto”. Ma anche in casa Pd si vede la mossa di Bettini come il gesto dell'ultimo dei giapponesi' che non si vuole arrendere alla verità: “Sono usciti sconfitti dalla vicenda del governo giallorosso. Avevano imboccato la strada 'O Conte o morte' con Conte federatore dell'area di centrosinistra e hanno perso”, ci dice ancora la nostra fonte interna al Pd, sempre più convinta che la corrente bettiniana sia nata per marcare una certa differenza con il nuovo segretario. “È vero che Letta è subentrato in continuità con Nicola Zingaretti, ma nel suo discorso di insediamento, a parte i ringraziamenti iniziali, ha preso le distanze dall'ex segretario su tanti temi come le alleanze allargate al centro e il sostegno a Draghi sono posizioni”, ci fa notare. “La verità è che loro percepiscono Letta come una minaccia perché viene da un'area culturale diversa dalla loro. Lui, poi, diversamente da loro, pensa che il Pd debba essere il perno dell'alleanza di centrosinistra e non subalterno al M5S o a Conte”.

Infine, oltre alla partita nazionale, c'è quella per la conquista del Campidoglio. “Se a Bettini togli Roma, è morto”, ci spiegano dal partito. L'ex eurodeputato, infatti, si vanta di essere uno scopritore di 'talenti' come Francesco Rutelli e Ignazio Marino, ma per le prossime Comunali punta tutto su Roberto Gualtieri. “Ha avuto la sua ribalta nazionale solo con Zingaretti, ma una volta uscito di scena lui, è tornato a concentrarsi su Roma. Ora pensava di poter tornare a comandare Roma con Gualtieri, ma Letta ha stoppato quella candidatura...”. Che sia proprio per questo che Bettini, poche settimane dopo, ha fondato la sua corrente? Questo non ci è dato saperlo. Sulle Comunali a Roma, al momento, è stata solo annunciata la data delle primarie: si terranno il 20 giugno, ma secondo alcuni potrebbero saltare qualora Nicola Zingaretti decidesse di candidarsi. “Lui le primarie non le ha mai fatte in vita sua...Sta solo aspettando che si ritiri la Raggi perché, avendo il M5S in giunta in Regione, non può presentarsi contro i grillini”, ci spiegano.

E, intanto, Letta, subentrato dopo che Zingaretti se n'era andato sbattendo la porta per l'eccessivo correntismo dentro il Pd, si trova a dover fare i conti proprio con una corrente di sinistra di ex zingarettiani.

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