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Haftar a Roma: nuovi orizzonti in Libia per l'Italia

di Roberto Fabbri

In Libia qualcosa di importante si muove, ed è qualcosa che riguarda il ruolo dell'Italia nella stabilizzazione del vicino nordafricano che tanta importanza strategica riveste per il nostro Paese. E qualcosa che sembra contraddire le impressioni deprimenti ricavate dalla recente conferenza internazionale di Palermo sulla Libia: in quell'occasione il generale Khalifa Haftar, uomo forte della Cirenaica e contraltare del fragile potere tripolino rappresentato dal presidente Fayez el-Serraj, si era limitato a una presenza svogliata e aveva rassicurato el-Serraj affermando che «non si cambia cavallo mentre si attraversa il fiume». Ma ora Haftar, i cui alleati all'estero sono principalmente Francia, Russia, Egitto ed Emirati Arabi, è in visita a Roma: e questo non solo dimostra un'importante apertura del leader bengasino verso l'Italia, ma sembra anche implicare il delinearsi di nuovi equilibri che vedono indebolirsi ulteriormente il ruolo di el-Serraj.

Haftar, giunto a Roma martedì sera, ha incontrato ieri l'ambasciatore americano in Tunisia Daniel Rubinstein, che gestisce per conto di Washington la questione libica. Oggi è invece previsto l'incontro tra Haftar e il premier Giuseppe Conte, con il quale dovrebbe tra l'altro discutere di nuovi accordi in tema di immigrazione.

Qual è il senso di questi appuntamenti romani? A due settimane da un importante incontro italo-americano dedicato alla sicurezza e alla stabilizzazione della Libia, a Washington sembrano aver preso più apertamente le parti dell'Italia nella gestione della partita libica, con tanto di presa d'atto che il governo giallo-verde ha più simpatie per Haftar che per il debole el-Serraj, che pure tuttora ufficialmente sostiene rispettando una linea ereditata dal precedente governo. Il tutto in un contesto che vede il presidente francese Emmanuel Macron, rivale dell'Italia nella sfida che ha come posta il ruolo di interlocutore privilegiato con la Libia, indebolito dalle note difficoltà interne: il che fa salire le nostre quotazioni.

Quanto al destino del tandem Haftar-el-Serraj, la dice lunga il fatto che nello scorso weekend il loro

pubblicizzato incontro previsto in Giordania sia saltato all'ultimo minuto per iniziativa dell'uomo di Bengasi. Chi sperava in una prospettiva di collaborazione tra i due leader libici rivali ancora una volta è andato deluso.

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