«Hai chiamato guardie e tv» E gli spezzano le braccia

Il dipendente di un maneggio legato, appeso per i piedi e bastonato. Aveva denunciato maltrattamenti sui cavalli

Nadia Muratore

Torino Legato, appeso per i piedi e bastonato a sangue: sono state tre ore d'inferno per lo stalliere ed istruttore di equitazione, che è stato punito in questo modo per aver segnalato a Striscia la Notizia i maltrattamenti subiti dai cavalli in un maneggio a Caluso, in provincia di Torino, dove lui lavorava. A spezzargli le braccia e a picchiarlo violentemente, usando anche un «torcinaso» - ossia uno strumento solitamente usato dai veterinari per contenere un cavallo imbizzarrito - sono stati i suoi datori di lavoro, che ora sono accusati di lesioni, sequestro di persona e tentata estorsione.

Camilla Cassina, 29 anni e il convivente Salvatore Carvelli di 63, sono stati arrestati dai carabinieri e ora si trovano ai domiciliari. Le indagini sono iniziate dopo un controllo nel maneggio del Canavese, il 16 febbraio scorso, da parte delle guardie zoofile messe in allerta da alcune segnalazioni di maltrattamenti. Durante quel controllo si era presentata anche una troupe di Striscia la Notizia e visto il comportamento molto agitato di uno dei due titolari del maneggio, per la presenza delle telecamere, le guardie zoofile avevano richiesto l'intervento dei carabinieri. Convinti che a chiamare i controlli e la troupe televisiva del noto programma di Canale 5, fosse stato il loro stalliere, i due titolari del maneggio hanno pensato di vendicarsi. Dopo le minacce verbali, i due aguzzini sono passati ai fatti e le violenze fisiche sulla vittima sono durate fino a quando, stordita dal dolore, non è svenuta. Solo allora sono cessate le torture e lo stalliere è stato finalmente slegato e accompagnato all'ospedale di Chivasso, non prima di averlo ripetutamente intimato di tacere su quanto era accaduto. «Ti spezziamo anche le dita delle mani», continuavano a ripetergli. Terrorizzato, lo stalliere si è guardato bene dal riferire ai medici quanto gli era davvero accaduto o, a maggior ragione, a denunciare le violenze.

Per giustificare le fratture e le ecchimosi in varie parti del corpo, aveva raccontato di essere caduto dalle scale. Ma il referto dei medici non aveva convinto i carabinieri, che lo hanno interrogato per conoscere la dinamica dell'incidente del quale diceva di essere stato vittima, in quanto la prognosi iniziale era stata di 45 giorni, allungata poi per la gravita delle lesioni. Cosi, qualche settimana dopo, a seguito di una lunga attività di convincimento da parte dei militari, lo stalliere è crollato e ha raccontato delle violenze che aveva subito dalla coppia. Il titolare, tra l'altro, non è nuovo a comportamenti del genere: nei suoi confronti è aperto un diverso procedimento penale per percosse violente, contro un'altra persona.

Le indagini intanto proseguono e subito dopo aver arrestato i due proprietari, sul terreno del maneggio torinese, sono arrivate le ruspe che hanno iniziato a scavare tutto intorno alla struttura. Il sospetto è che sotto il prato possa celarsi una «fossa comune» piena di carcasse di cavalli.

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