Chiuso il sipario della Convention di Philadelphia, in casa democratica si tirano le somme, e il bilancio è tutto sommato positivo. Hillary Clinton ha convinto la platea con un discorso dai toni fermi ma posati, e soprattutto è riuscita a scongiurare una frattura all'interno del partito che alla vigilia della kermesse pareva difficile da superare.
Programma
Hillary è considerata il candidato dell'establishement, anche se farebbe la storia diventando la prima donna presidente. Durante le primarie è stata costretta a spostarsi a sinistra da Bernie Sanders: promette di aumentare il salario minimo, garantire l'istruzione gratuita alle famiglie con un reddito sotto i 150 mila dollari ed espandere la riforma sanitaria di Obama. Nella sua agenda anche il rilancio della classe media, delle piccole e medie imprese, e la lotta alle disuguaglianze.
Famiglia
I Clinton si confermano il clan politico per eccellenza della sinistra americana. Un clan capitanato dall'ex presidente Bill, che durante la kermesse di Philadelphia è stato costretto a fare un discorso molto poco politico per non mettere in ombra la moglie con il suo ingombrante passato. La figlia Chelsea, invece, ha presentato la madre con un intervento dal quale è emerso che anche lei potrebbe seguire orme dei genitori, magari proprio partendo dalla Clinton Foundation. Hillary però ha presentato un concetto di famiglia «allargata», che comprende anche Michelle e Barack Obama, grazie ai quali «è una donna migliore», oltre a Jill e Joe Biden, ribadendo il leit motiv della campagna «stronger together», piu' forti insieme.
Partito
Nella sostanza l'Asinello rimane diviso, con il popolo di Sanders deluso che il loro paladino si sia allineato alla Clinton, abbandonando almeno in parte la sua rivoluzione politica. A differenza del partito repubblicano, però, i democratici sono riusciti almeno in apparenza a fare quadrato in nome dell'unità e della lotta a Donald Trump.
Prospettive
Hillary dovrà utilizzare gli ultimi cento giorni di campagna tentando di convincere gli elettori che non solo è in grado di raccogliere l'eredità del predecessore, ma che farà qualcosa in più. Quel qualcosa in più di cui l'America ha bisogno con le rinnovate sfide interne e internazionali, dalla ripresa economica zoppa alle dinamiche geopolitiche. In caso di sconfitta, il partito potrebbe finire in una crisi profonda e senza leader di spessore.
Come sta procedendo la campagna
Al contrario delle attese che la davano come super favorita già
in partenza, l'ex first lady ha dovuto lottare fino alla fine delle primarie contro Sanders e solo grazie al ripensamento del socialdemocratico è riuscita a chiudere la Convention con la sensazione di un sostegno diffuso.
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