"Ho ucciso mia moglie". Spara dal balcone e alla fine si ammazza

Ex vigilante ferisce 5 persone: aveva in casa un arsenale. La donna voleva lasciarlo, salva la figlia

"Ho ucciso mia moglie". Spara dal balcone e alla fine si ammazza

Prima ha iniziato a urlare dal balcone di via Aldo Moro, tra Bellona e Vitulazio, nel Casertano. Poi ha gettato dal secondo piano una bombola del gas piena. E ha detto di aver ucciso la moglie. Quindi, l'inferno. Pallottole che saettavano in strada sfiorando i passanti terrorizzati che, come criceti impazziti, correvano in tutte le direzioni per trovare un riparo dalla furia del cecchino. Un rifugio che fosse uno alla follia omicida di Davide Mango, 47 anni, un passato da vigilante e una occupazione lontano da casa, a Torino. Titolare di porto d'armi e fiero possessore di una pistola e di un fucile. Le armi che ha impugnato per trasformare un tranquillo pomeriggio di gennaio in un incubo che si è concluso a sera, quando l'uomo ha rivolto l'arma contro se stesso e si è ucciso, con un colpo alla testa.

Un pomeriggio di follia. Ferite di striscio due studentesse che si trovavano a passare davanti al balcone, intorno alle 16. Si tratta di Giovanna G. e Miriam S. Una ha detto di aver sentito bruciore alla fronte. Pensava a una puntura di un insetto, era invece un proiettile che le aveva sfregiato la pelle. L'altra ha riferito di aver sentito solo dei colpi, come di fuochi artificiali, e di aver visto il fuggi fuggi attorno. «Siamo delle miracolate», hanno commentato all'unisono. Feriti anche il luogotenente Crescenzo Iannarelli, comandante della stazione dei carabinieri di Vitulazio, e una donna, Jolanda Festa, adesso ricoverata in ospedale a Caserta. Pare che Mango, che alcune voci di paese danno vicino a Forza Nuova, abbia puntato la pistola anche contro la figlia Suami, riuscita però miracolosamente a fuggire. La moglie di Mango è stata assassinata sul pianerottolo di casa. Dove l'uomo avrebbe anche ferito una vicina. Scampata alla furia omicida dell'uomo solo grazie alla prontezza di riflessi con cui si sarebbe rinchiusa nell'appartamento prima di una ulteriore scarica di proiettili. Almeno quindici i colpi esplosi nella prima mezz'ora dall'ex vigilante, ma è probabile che si tratti di una stima assai imprecisa perché molti proiettili, anziché dall'alto verso il basso, per colpire eventuali bersagli mobili a caso dalla finestra, sarebbero stati indirizzati verso l'alto per attirare ulteriormente l'attenzione. Via Aldo Moro, dopo due ore dalla prima raffica, appariva completamente militarizzata con oltre 50 carabinieri e quattro tiratori scelti che, dai tetti, erano pronti a rispondere al fuoco qualora Mango avesse di nuovo deciso di premere il grilletto affacciandosi da una delle due finestre dell'appartamento.

La trattativa più lunga ed estenuante è stata però quella con il capitano dell'Esercito Marisa Castelrechini, criminologa che ha cercato di convincere il killer a lasciare entrare i carabinieri con il 118. Solo quando Mango ha visto anche il padre fare capolino tra le divise dei militari dell'Arma, assiepati attorno all'edificio, ha capito di dover cedere qualcosa. Così ha consentito agli operatori di un'autoambulanza di entrare nel palazzo, all'interno del parco in cui viveva con la famiglia e in cui era tornato da qualche giorno, e di recuperare il corpo della moglie, Anna Carusone, cinquant'anni. Mango era già stato denunciato tre volte per episodi di violenza, e la moglie aveva minacciato di lasciarlo.

Forza Nuova prende le distanze: «Pur esprimendo tutta la nostra tristezza per l'accaduto, è giusto rettificare che

Mango è stato sì per un periodo nostro sostenitore ma mai militante attivo hanno dichiarato i rappresentanti locali di FN -. I suoi rapporti con Forza Nuova si sono limitati al presenziare a qualche cena di finanziamento».

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