I 21 poltronifici del Corecom ci costano 12 milioni all'anno

Una sfilza di ex politici senza più incarichi: portano a casa un'indennità pari al 30% dei consiglieri

I 21 poltronifici del Corecom ci costano 12 milioni all'anno

In Italia ci sono la bellezza di ventuno Comitati regionali per le comunicazioni. Meglio noti con la sigla Corecom, nascono unidici anni fa e svolgono funzioni molto importanti e piuttosto delicate. Peccato che troppo spesso siano considerati veri e propri poltronifici dove finiscono ex politici, giornalisti in pensione, avvocati, ingegneri, commercialisti o docenti universitari. Tutta gente che, in un modo o nell'altro, è legata all'universo della politica. Un carrozzone che alle Regioni costa ben 12 milioni di euro all'anno tra personale, strutture, spese varie ed eventuali e, soprattutto, l'indennità di un centinaio di membri e presidenti che corrisponde al 20-30% delle indennità dei consiglieri regionali.

A puntare i riflettori dell'opinione pubblica sul Corecom, di cui pochi conoscono effettivamente i compiti e le competenze, è stato Mario Capanna che, nei giorni scorsi, si è dimesso dalla presidenza di quello umbro. Il leader sessantottino, già parlamentare e consigliere regionale della Lombardia, lo presiedeva dal 2011 grazie ai voti di Rifondazione comunista. "Ho deciso di lasciare - ha spiegato - per una legge regionale della Lombardia che vieta di cumulare i vitalizi percepiti come ex consigliere e parlamentare con le remunerazioni corrisposte da enti della pubblica amministrazione". Capanna percepisce già 2.300 euro al mese come ex consigliere regionale della Lombardia e tremila come ex parlamentare. Solo per questo ha deciso di rinunciare a un'indennità di 1.230 euro al mese che gli erogava il Consiglio regionale dell'Umbria.

A dispetto di quanto viene spesso detto, i Corecom rivestono compiti importanti. Oltre a essere consulenti dei consigli e delle giunte regionali, ricoprono funzioni delegate da parte dell'Agcom tra cui le consiliazioni tra cittadini e aziende della telefonia fissa e mobile, il monitoraggio delle emittenti locali, la verifica della par condicio alle elezioni e la gestione del registro degli operatori della comunicazione. Eppure, come fa notare Antonio Calitri sul Messaggero, troppo spesso sono concepiti come veri e propri poltronifici dove parcheggiare ex politici che sono rimasti senza poltrona o persone gradite ai partiti.

Ne sanno qualcosa nelle Marche dove il presidente del Corecom è Pietro Colonnella, ex presidente della Provincia di Ascoli Piceno (dal 1995 al 2004) ed ex sottosegretario agli Affari regionali nel secondo governo Prodi. In Toscana la musica non cambia: il timone del carrozzone è stato affidato al piddì Sandro Vannini, ex consigliere comunale di Siena. E così nella maggior parte dei 21 Corecom d'Italia.

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