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I 30 punti (di sutura) per ricucire la maggioranza. Tutte le condizioni di Matteo su soldi e poltrone

L'ex premier invia al dem Bettini la lista dei nodi su cui chiede un accordo

I 30 punti (di sutura) per ricucire la maggioranza. Tutte le condizioni di Matteo su soldi e poltrone

Dunque ci vogliono trenta punti per ricucire il governo. Almeno secondo il leader di Italia Viva Matteo Renzi, autore di un documento lungo e dettagliato in cui ci sarebbe tutto quanto il necessario per appianare le divergenze con il premier Giuseppe Conte. Trenta punti. Dal Mes al fisco. Dalla scuola alla giustizia. Una lista della spesa inviata dall'ex rottamatore allo stratega del Pd Goffredo Bettini lo scorso 6 gennaio. Renzi le chiama le «questioni aperte». Sono tutti i nodi che i renziani intendono discutere per salvare Conte e la maggioranza giallorossa. E così la fuoriuscita del testo è perfetta per suffragare le parole ripetute nelle ultime settimane dal senatore semplice di Rignano, che ribadisce di voler puntare sui contenuti, non di ambire a uno scambio di poltrone. Ed eccoli, i contenuti. Al primo punto della lista Renzi chiede quale sia la direzione precisa per quanto riguarda «il lavoro, reddito di cittadinanza, navigator, futuro di Anpal, gestione di Inps, decontribuzione e modifiche Jobs Act». Tanta carne al fuoco. Implicitamente Iv chiede un passo indietro di alcuni ministri. Nel mirino delle critiche il lavoro e la gestione dell'occupazione una volta terminato il blocco del licenziamento. Leggi Nunzia Catalfo, titolare del Lavoro, già nel totoministri del rimpasto in qualità di uscente. E poi c'è la scuola, quindi la contestatissima Lucia Azzolina. Renzi infatti nel testo chiede al governo di «smetterla con provvedimenti assurdi stile banchi a rotelle».

Quindi avanti con il Mes sanitario, per «una visione strategica della sanità 2030». Via con i cavalli di battaglia grillini, tutti da ridiscutere. Trovano spazio nei trenta punti l'Alta velocità, «il ponte sullo Stretto» (nonostante le smentite dei renziani sul tema che sarebbe stato discusso nell'ultimo vertice di maggioranza), la revoca delle concessioni autostradali ad Atlantia dei Benetton. Su quest'ultima questione Renzi si attende «una decisione definitiva capace di reggere alla prova del diritto, non di Facebook: basta populismo». Un altro punto fermo della polemica renziana è quello sul giustizialismo del M5s. Con l'invito a prendere posizione su «separazione delle carriere, prescrizione, lotta contro la corruzione e il ruolo di Anac». Spazio a ogni tema. Dall'economia alla politica estera fino allo sport. Con punture velenose a Conte sul cashback: «Ha davvero senso spendere così tanto per il cashback come in Portogallo quando il modello italiano funziona meglio con fatturazione elettronica e digitale?». E sui servizi segreti, il punto nove: «L'intelligence, i rapporti con gli americani dopo Barr e con la nuova amministrazione, le agenzie, l'autorità delegata». Tra le richieste anche una «commissione di inchiesta sul Covid».

Nella «Nota per onorevole Bettini» Renzi dice che si tratta di punti introdotti «nel tavolo politico che il premier si era impegnato a chiudere entro la fine di novembre 2020». Un «impegno inspiegabilmente non mantenuto», continua il leader di Iv. Che conclude: «In che tempi si può chiudere un accordo su questi temi? Italia Viva è pronta da mesi.

Ma gli altri? Ci sono interlocutori affidabili o si preferisce lo stallo?».

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