Ormai anche la «pace contributiva» promessa dal governo è un miraggio perduto nel deserto dei contributi che mancano e della pensione che chissà se mai arriverà. In un tempo ormai epico, per il piccolo esercito disarmato dei seimila esodati, c'erano le salvaguardie. L'ultima è stata nel 2017, l'ottava. La nona non è mai arrivata, perché soprattutto i Cinquestelle sono diventati avversari di questa sanatoria previdenziale che avrebbe definitivamente rimesso in ordine i senza lavoro e senza assegno di quiescenza abbandonati tra le (di lei) lacrime da ministro del Lavoro di Elsa Fornero. Era il dicembre 2011 e d'improvviso nacque la categoria degli esodati: 250mila.
Elide Alboni prima, adesso Gabriella Stojan ed Elisabetta Rombolà, le coordinatrici dei Comitati «6.000 Esodati Esclusi» e «Esodati Contributori Volontari», insieme a tanti altri attivi e disperati, sono riusciti a ridurre il numero di coloro che si sono trovati nel limbo di chi vedeva scomparire il lavoro e allontanarsi la pensione a data da definirsi. Ma seimila persone restano un numero impressionante di vite e le recenti interviste del sottosegretario legista al Lavoro, Claudio Durigon, considerato un interlocutore privilegiato, sono sale sulle ferite.
Nonostante la Lega avesse messo il problema al punto nove del programma elettorale, nonostante per evitare gli scontri ormai continui con i 5Stelle avesse cercato di trovare un altro nome al poco gradito «salvaguardia», nonostante il sit in del 27 giugno davanti al ministero del Lavoro, nonostante l'incontro con i funzionari del ministero chiedendo di riaprire l'ottava salvaguardia (già prevista ma solo per i mobilitati) in modo che tutte le categorie potessero accedere al diritto alla pensione entro il 31 dicembre 2021, nonostante tutto questo e molto altro, i seimila esodati restano seimila esodati.
Spiega la coordinatrice Elisabetta Rombolà: «Abbiamo fornito al ministero la domanda corretta da porre all'Inps per determinare l'entità della platea. Ora anche Durigon rilascia dichiarazioni contrastanti. Una volta ha detto che gli esodati erano molti meno dei 6mila perché tanti sono stati salvati con quota 100, cosa non vera perché gli esodati non hanno gli anni di contributi necessari. In altre dichiarazioni ha detto che l'Inps non gli fornisce i dati e lui non è in grado di trovarli, ma ciò è impossibile perché l'Inps li ha. E poi l'Inps è un ente esecutore: se non ha la norma di riferimento, e cioè chi è «l'esodato» in base alla nuova legge che ancora non esiste, non può rispondere. Le docce fredde sono continue. È inutile che Durigon continui a dare interviste così ambigue che generano ansie in tutti noi.
Noi vogliamo una norma per tornare a esistere». La legge che loro chiedono è proprio questa: «Una soluzione previdenziale per riaprire l'ottava salvaguardia in modo che tutte le categorie possano accedere al diritto alla pensione entro il 31 dicembre 2021».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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