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I centristi in cerca di una strategia comune. Toti: i veti sul Cavaliere sono inaccettabili

Oggi si riuniscono Coraggio Italia, Cambiamo e Idea. Si fa strada la mediazione sul bis di Mattarella ma tanti voterebbero il leader di Fi

I centristi in cerca di una strategia comune. Toti: i veti sul Cavaliere sono inaccettabili

È una vigilia calda, quella dell'assemblea del gruppo parlamentare di Coraggio Italia-Cambiamo-Idea che dovrà cercare di esprimere una posizione comune sul candidato per il Quirinale. Per l'occasione oggi saranno presenti tutti e quattro i fondatori: il presidente Luigi Brugnaro, i vicepresidenti Marco Marin, Gaetano Quagliariello e Giovanni Toti. Coraggio Italia conta su 31 grandi elettori per l'elezione del Presidente della Repubblica: 21 deputati, 9 senatori e il presidente della Regione Liguria. Una buona rappresentanza che potrà incidere sulla scelta del capo dello Stato.

Le posizioni all'interno del gruppo non sono però univoche. Se qualche giorno fa il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro si è augurato un patto con Matteo Renzi per il trasloco di Mario Draghi verso il Colle e lo stesso ha fatto Emilio Carelli, Giovanni Toti ha ribadito che il candidato per il Quirinale, nel caso esistessero le condizioni, sarà Silvio Berlusconi. Ieri a margine della seduta del Consiglio regionale che lo ha designato come delegato regionale ha fatto sapere che «la candidatura di Berlusconi è assolutamente legittima e ogni veto su Berlusconi è un'offesa per quei milioni di cittadini, tra cui me medesimo, che l'hanno votato e hanno creduto nel suo progetto politico in questi anni. Valuteremo con grande attenzione le condizioni politiche di tutte le candidature, compresa la sua, che non è ancora stata espressa, ma che è certamente un'autorevole candidatura del centrodestra di cui faccio parte».

Linee contrapposte dunque, così sullo sfondo inizia a farsi strada - come soluzione di mediazione - il rilancio del Mattarella Bis. «Sarebbe un modo per congelare l'esistente e destabilizzare il meno possibile il contesto politico in un momento così complesso» spiegano voci interne al gruppo.

È chiaro che in una formazione in cui si incontrano provenienze politiche e sensibilità diverse non è facile trovare la quadra e si guarda legittimamente soprattutto a una soluzione che possa garantire il prosieguo della legislatura. Chi si sta occupando di tentare una mediazione è Gaetano Quagliariello. La convinzione più diffusa è che alla fine prevarrà una linea unitaria, una linea che verrà portata e discussa al tavolo del centrodestra. Partendo da un presupposto: se emergerà una posizione comune da parte degli alleati non sarà Coraggio Italia a mettersi di traverso.

Dentro Forza Italia in verità serpeggia un po' di delusione perché si contava sull'impegno a sostenere Berlusconi assunto nel vertice di Villa Grande e non ci si aspettavano distinguo e fughe in avanti. Le tensioni dentro il gruppo, peraltro, avrebbero portato alcuni esponenti, come Cosimo Sibilia, a minacciare l'addio.

Dentro Coraggio Italia la linea politica è da tempo in bilico tra coloro che sono decisi a fare sponda con il centrodestra e a tenere la barra dritta sulla candidatura Berlusconi (si dice che il 30% dei parlamentari potrebbe votarlo anche in contrasto con la posizione ufficiale del gruppo) e chi è tentato di fare massa critica con i renziani di Italia viva e costruire l'embrione di un laboratorio di centro, la famosa federazione su cui si ragiona da tempo.

Il problema, in ogni caso, sarà capire quanto si muoverà in maniera compatta questa formazione al momento del voto per il Quirinale e quanto sarà in grado di garantire i propri numeri, evitando spaccature e sortite dei franchi tiratori.

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