Coronavirus

I contagi sono quasi 6mila. Balzo delle terapie intensive

Ieri altri 5.901 positivi, 41 decessi e 62 pazienti in più in rianimazione. Lombardia: oltre mille casi

I contagi sono quasi 6mila. Balzo delle terapie intensive

Dopo il fine settimana ripartono i tamponi e la curva dei contagi comincia di nuovo a salire, avvicinandosi pericolosamente a quota 6mila. Numeri così alti non si registravano dal 28 marzo. I nuovi casi di coronavirus riportati nel bollettino quotidiano del ministero della Salute sono 5.901, un balzo di 1.282 positivi rispetto a domenica, ma con 112.544 test, quasi 30mila più del giorno prima.

In crescita purtroppo anche il trend dei decessi (41) e dei pazienti ricoverati in terapia intensiva. Quest'ultimo dato ha fatto registrare un preoccupante balzo in avanti: in 24 ore sono 62 le persone che si sono aggravate e hanno avuto bisogno di supporto respiratorio. Sono aumentati anche i ricoveri ordinari (+255), ma è il numero delle terapie intensive occupate ad allarmare i medici. «Potrebbero andare a saturazione nel giro di due mesi, se il trend di incremento dei casi Covid continua ad aumentare», avverte Carlo Palermo, segretario dell'Anaao, il principale sindacato dei medici ospedalieri. «Oggi, con 5mila contagi al giorno, di cui una trentina finisce in terapia intensiva, potremmo reggere 5 o 6 mesi, anche se qualche problema già lo vediamo sul versante dei reparti Covid di degenza ordinaria, dove in alcune aree c'è già sofferenza. Se peggiorerà, e passiamo a 60 o 90 terapie intensive in più al giorno, vuol dire avere 2-3mila casi gravi in più al mese. Tenendo conto che oggi i posti letto sono in tutto 6.500, e sono per tutte le patologie non solo per il Covid, si rischia la saturazione in due mesi», denuncia Palermo. Nonostante i numeri alti, ci sono anche note positive nella situazione attuale, come evidenzia il virologo Fabrizio Pregliasco: «Una grande quota di soggetti che stiamo individuando sono asintomatici, persone a cui la malattia non porta gravi problemi, anzi nessuno, ma restano comunque contagiosi, nonostante lo siano meno. Però serve fare più attenzione, perché mentre stiamo subito attenti a un sintomatico, gli asintomaci possono passere inosservati e quindi anche un familiare potrebbe contagiare. E questo sta facendo sì che la gran parte dei casi si verifichino in famiglia».

Nessuna Regione è a zero casi e quella che ne ha di più è sempre la Lombardia (+1.080), dove con i 12 nuovi ingressi di ieri i posti occupati nelle terapie intensive salgono a 62. Per ora la situazione è sotto controllo, ha assicurato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, dopo averla analizzata con i colleghi dei capoluoghi e il governatore Attilio Fontana. In allerta l'ospedale nella Fiera di Milano. «È il terzo step della programmazione lombarda sulle terapie intensive. Quando saranno piene quelle dei 17 ospedali hub, si passerà all'ospedale in Fiera», spiega Antonio Pesenti, coordinatore delle unità di crisi della Regione Lombardia e primario di Rianimazione al Policlinico di Milano.

La seconda regione più colpita rimane la Campania, con 635 nuovi casi, a fronte di 7.720 tamponi. Deciso scatto in avanti dei casi registrato anche nel Lazio (+579), dei quali 201 a Roma. Ma anche i test effettuati hanno subito un forte incremento (oltre 15mila). Si tratta di casi diffusi soprattutto con link familiari e alcuni cluster. Con aumenti importanti nelle Asl a Latina e Viterbo.

«Massimo rigore nel rispetto delle misure di prevenzione», raccomanda l'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato.

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