"I dem al rimorchio di M5s Conte? È una scatola vuota"

Il leader di Azione: «Il Pd si sta grillizzando perché non ha identità. Il premier pare uscito dal film Oltre il giardino»

"I dem al rimorchio di M5s Conte? È una scatola vuota"

Onorevole Carlo Calenda, ha letto l'intervista in cui la grillina Lombardi dice che oggi 5 stelle e Partito democratico parlando la stessa lingua?

«Certo. E non si può che condividere questa constatazione. Il Pd parla il linguaggio dei Cinque stelle, e attua i provvedimenti dei Cinque stelle. E la cosa paradossale è che lo fa proprio mentre il partito grillino crolla e si disfa».

E perché lo fa, allora?

«Un po' perché in realtà il Pd ha sempre avuto dentro alcuni elementi dell'armamentario culturale grillino, dal giustizialismo alla diffidenza verso le imprese. E un po' perché la strategia è quella di abbracciarli per poterne assorbire i voti. Col risultato, però, di grillizzarsi».

È un po' quello che succedeva quando erano al governo con Salvini, e gli imponevano la loro agenda su tutto, dal reddito di cittadinanza alle politiche anti-sviluppo, no?

«Ma il risultato politico era diverso: la Lega era molto meno forte, ma il governo sembrava guidato da Salvini. Ora M5s è debolissimo ma il governo sembra guidato da loro».

Ma come, non è guidato dal leader del progressismo italiano, alias Giuseppe Conte?

«A me Conte ricorda molto il protagonista di Oltre il giardino, Chance il giardiniere. Uno che dice assolute banalità sentite in televisione, tipo dopo l'autunno viene l'inverno, ma il Pd ci scorge dentro profonde e sofferte verità. Del resto, Conte è il premier ideale per questa operazione-abbraccio del grillismo: un contenitore ben vestito, con la pochette e la pronuncia blesa, ma completamente vuoto. Ci puoi infilare quel che ti pare, dal progressismo mondiale ai decreti sicurezza di Salvini, e lui è sempre lì contento».

Cosa rende il Pd così inspiegabilmente arrendevole verso il grillismo?

«La sua mancanza di una vera cultura politica ben definita. Dall'89 ad oggi, hanno inseguito ogni voga del momento: il comunismo, ma anche la Terza via, ma anche l'abbraccio col popolarismo, ma anche il flirt col populismo. Non hanno mai trovato una bussola, e del resto se nel tuo pantheon tieni insieme il comunista Berlinguer e l'anticomunista feroce JFK che bussola vuoi avere? La loro tentazione è sempre quella di sostituire la politica con la morale, lo stesso humus del grillismo».

Sulla prescrizione il governo farà marcia indietro?

«Sì, dovranno fermarsi. Ma non per scelta del Pd, che il giustizialismo lo ha dentro: per i disastri che denuncia la Cassazione, per il rischio di incostituzionalità, per la battaglia di Italia viva nella maggioranza. Il Pd ha avallato i grillini su questo, come ha fatto su Ilva, su Alitalia, su tutte le crisi aziendali allo sbando: a loro basta dire abbiamo tenuto il puzzone fuori da Palazzo Chigi, sul resto sono afoni».

Del resto lei lo aveva previsto, quando è uscito dal Pd contro l'accordo di governo...

«Certo. E per questo penso ci sia uno spazio politico enorme per un terzo polo' della serietà politica, tra il sovranismo caciarone di Salvini e il populismo alla Conte, e noi con Azione vogliamo contribuire a costruirlo. Salvini non si combatte gridando al fascismo, ma spiegando quanto sia fallimentare e cialtrona la sua politica del citofono e delle promesse a vanvera. Anzi, questa coazione a ripetere per cui dall'altra parte c'è sempre il fascismo, che siano Craxi, la Dc, Berlusconi o Salvini, è quel che ha distrutto la sinistra».

Voi, con Renzi e

Bonino, vi batterete in Puglia contro Emiliano?

«Certo. Emiliano rappresenta la peggior forma di populismo, e infatti è uno dei peggiori governatori della storia. Tra lui e Fitto non avrei dubbi: preferisco far perdere lui».

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