I democratici offrono un seggio a Gualtieri. Invece dei conti pubblici aggiusta la carriera

Il ministro dell'Economia bussa alla Camera: corre per sostituire Gentiloni

I democratici offrono un seggio a Gualtieri. Invece dei conti pubblici aggiusta la carriera

Due giorni di intenso pressing dello stato maggiore dem, e alla fine il ministro - sia pur di malavoglia - ha ceduto. Roberto Gualtieri sarà il candidato del centrosinistra per il collegio di Roma centro, lasciato vacante dalle dimissioni di Paolo Gentiloni, diventato commissario europeo.

Il titolare dell'Economia, visti gli impegni non indifferenti di governo, si sarebbe in realtà risparmiato volentieri una campagna elettorale defatigante e - di questi tempi - anche incerta. Ma Nicola Zingaretti, Andrea Orlando e soprattutto Dario Franceschini hanno insistito, con due argomenti: primo, proprio perché non esistono più collegi blindati, serve «un nome forte» per un voto nella Capitale che calamiterà l'attenzione nazionale. Secondo: il nome di Gualtieri è «l'unico cui Renzi non può dire di no», essendo quello di una figura di primo piano del governo che Italia Viva appoggia. Il partito renziano, infatti, aveva cercato di sparigliare le carte, mettendo in difficoltà il Pd con la candidatura della giornalista Federica Angeli, sostenuta anche da +Europa di Emma Bonino e dal Azione di Carlo Calenda. Angeli, firma di Repubblica molto nota per le sue inchieste sulla criminalità a Roma e sullo strapotere del clan Spada, da anni vive sotto scorta, e gode di grande popolarità nel centrosinistra romano. Un boccone indigesto per il Nazareno, che avrebbe voluto candidare in quel collegio Gianni Cuperlo e si è visto tagliare la strada dalla mossa renziana. Acquisito il via libera di Gualtieri, lo sgradevole compito di dire no alla Angeli è toccato, rivelava ieri Linkiesta, al portavoce di Zingaretti: «Cara Federica, niente di personale ma il Pd non ti appoggia», è stato il laconico messaggio arrivato via whatsapp alla giornalista, che ne ha preso atto con comprensibile amarezza.

Un «veto inspiegabile», secondo i renziani; un niet che lascia «incredulo» anche l'ex commissario del Pd romano Matteo Orfini. E dietro al quale i maligni vedono la longa manus di Franceschini, perché sullo sfondo c'è la futura partita del Campidoglio: nel centrosinistra romano, il nome della Angeli è stato più volte proposto per la candidatura a sindaco di Roma, quando il prossimo anno finalmente la Raggi dovrà sloggiare, con sollievo dei romani. La candidatura ed eventuale elezione in Parlamento avrebbe costituito un notevole trampolino di lancio in vista della gara per il ruolo di primo cittadino della Capitale. Ma a quella candidatura punterebbe anche Michela De Biase, già consigliere comunale a Roma, ora consigliere regionale nel Lazio. E moglie dello stesso Franceschini.

Toccherà dunque a Gualtieri scendere in campo a Roma centro, il primo marzo. Ma - per non farsi mancare nulla - non sarà l'unica elezione suppletiva dei prossimi mesi: l'8 marzo si voterà infatti anche in Umbria, per sostituire la leghista Tesei eletta alla Regione, e a fine febbraio a Napoli in seguito al decesso del senatore grillino Ortolani.

E qui il Pd, che a Roma fa le barricate contro la Angeli perché «non possiamo farci scegliere i candidati da Renzi», si è fatto scegliere il candidato nientemeno che dall'ex pm, ora sindaco in calo di consensi, Gigino De Magistris: Sandro Ruotolo, vecchia gloria del telegiornalismo manettaro made in Santoro. Che ora rinfresca i panni: «Mi sento una Sardina», ha rivelato.

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