I democratici scelgono capoliste "straniere": sono residenti all'estero

Che cosa hanno in comune le due candidate in testa alla lista del Pd per Roberto Giachetti, Piera Levi Montalcini e Paola Concia? Entrambe hanno scelto la residenza all'estero

I democratici scelgono capoliste "straniere": sono residenti all'estero

Roma Candidate a Roma ma residenti all'estero. Che cosa hanno in comune le due candidate in testa alla lista del Pd per Roberto Giachetti, Piera Levi Montalcini e Paola Concia? Entrambe hanno scelto la residenza all'estero. E dunque per una bizzarra coincidenza il Campidoglio potrebbe ritrovarsi due «straniere» in Consiglio. A meno che, una volta elette, evitino lo stress da pendolare trasferendosi in pianta stabile nella capitale con un cambio di residenza: da Lugano per la Montalcini e da Francoforte per la Concia. La prima, 70 anni, ha un cognome da Nobel. È infatti la nipote della scienziata Rita Levi Montalcini alla quale è sempre stata molto vicina. Laureata in ingegneria e imprenditrice è però dedita alla politica da molti anni. Ha iniziato nel '99 come vicesindaco nel comune di Ferrere in provincia di Asti. Ed è in Piemonte che ha trascorso tutta la sua carriera arrivando nel 2011 nel consiglio comunale di Torino con il gruppo dei Moderati di Giacomo Portas. In passato è stata corteggiata da Mario Monti che l'avrebbe voluta come capolista per le politiche ma lei rifiutò preferendo candidarsi sempre con Portas nel febbraio del 2013 per il Senato ma non ebbe successo. Pur essendo consigliera comunale a Torino risiede in Svizzera.

Molto diversa la storia di Paola Concia arrivata a Roma da Avezzano a 29 anni. Da sempre in lotta per il riconoscimento delle unioni omosessuali si è trasferita a Francoforte due anni fa. Ma, tiene a specificare la Concia, vota a Roma visto che è regolarmente iscritta all'Aire, italiani all'estero. A Francoforte si è sposata con la compagna Ricarda Trautmann. Le donne hanno anche presentato ricorso al Tribunale di Roma nel tentativo di far riconoscere le nozze come già fatto da molte coppie gay che si sono sposate all'estero. Il ricorso però è stato respinto dato che il nostro ordinamento non prevede il matrimonio tra due persone dello stesso sesso. Ma le nozze non sono l'unico motivo di trasferimento.

«A Francoforte mi occupo di internazionalizzazioni - spiega la Concia - Sono all'estero ma lavoro con le aziende italiane che esportano in Germania e di investimenti tedeschi verso l'Italia». E se le elezioni dovessero andare bene la Concia promette di organizzarsi.

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