Roma Sergio Mattarella è pronto a fare l'impossibile pur di sventare le elezioni anticipate e dare al Paese un governo che - comunque lo si voglia chiamare - riesca a traghettarlo quantomeno fino alla legge di bilancio, così da evitare il rischio dell'aumento dell'Iva. Mentre il Quirinale si adopera in questo senso, però, i due partiti usciti vincitori dalle elezioni dello scorso 4 marzo sembrano già essere in piena campagna elettorale. Luigi Di Maio e Matteo Salvini, infatti, sono ormai da giorni sugli scudi, pronti a scambiarsi accuse reciproche ed alzare i toni della polemica. E non è un caso che nel mirino sia già finita l'Europa, uno dei bersagli preferiti della scorsa campagna elettorale.
Ha aperto le danze Beppe Grillo che - forse un po' infastidito dall'aplomb un po' troppo istituzionale del Di Maio che in questi due mesi è stato eterodiretto dal segretario generale del Quirinale - ha picchiato duro al punto da riproporre l'idea di un referendum sull'euro. Un'uscita che sul Colle è stata vista con un misto di timore e preoccupazione, visto che se la moneta unica dovesse diventare l'oggetto del contendere della prossima campagna elettorale difficilmente l'Europa non ci presenterebbe il conto della nostra instabilità politica. In questo senso qualche segnale è già arrivato dallo spread che ha sì tenuto, però da qualche giorno inizia a perdere terreno.
Di Maio sull'euro ha preferito glissare, però è qualche giorno che è tornato ad usare toni decisamente più aggressivi di quelli istituzionali che hanno caratterizzato questi due mesi di corteggiamento incondizionato prima a Salvini e poi pure al Pd. Tanto che ora è il M5s a chiedere le elezioni subito «senza se e senza ma». Il leader della Lega non vuole essere da meno e ha seguito un percorso quasi speculare a quello di Di Maio. È stato decisamente più furbo di lui non esponendosi a una trattativa che hanno fatto passare il leader dei Cinque stelle come uno dei grandi sconfitti - insieme al Colle - di questi due mesi nei quali non si è ancora trovata la quadra per un governo. Sul punto, infatti, Salvini ha sempre tenuto un approccio coerente, arrivando in più occasioni a chiedere di essere incaricato in prima persona così da risolvere l'impasse. Che davvero il leader della Lega ci possa riuscire è del tutto improbabile, ma mediaticamente il fatto di proporsi serve a dare l'immagine del leader responsabile.
Poi, appena il M5s ha aperto il fuoco sull'Europa, Salvini ha pensato bene di non farsi scavalcare.
Ha puntato il dito contro eventuali candidati premier che rappresentino più gli interessi dell'Ue che i nostri e ha auspicato che l'Italia arrivi a bocciare il bilancio di Bruxelles. È il segno del fatto che sia il M5s che la Lega già ragionano come se campagna elettorale non fosse mai finita. O meglio, come se fosse già ricominciata.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.