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I giorni decisivi dei Tory: 5 nomi per il dopo Boris

Riprende la sfida, giovedì resteranno i due da cui uscirà il nuovo premier. Favoriti Sunak e Mordaunt

I giorni decisivi dei Tory: 5 nomi per il dopo Boris

Londra Entra nel vivo la battaglia per la leadership del partito conservatore britannico. Fra 53 giorni soltanto, il Regno Unito avrà un nuovo Primo Ministro e dei dieci iniziali, sono cinque i candidati rimasti a giocarsi la poltrona che fu di Boris Johnson. Dopo il secondo round di votazioni previste per eleggere il nuovo leader dei Tories, domani avrà inizio una terza tornata che si concluderà il 21 luglio, quando rimarranno soltanto due candidati. A quel punto i due avversari si confronteranno con i membri del partito disseminati nel Paese e il 5 settembre verrà annunciato il nuovo Primo Ministro. Rimane quindi da vedere chi sarà il prescelto.

A darsi battaglia sono cinque candidati molto differenti tra loro, due uomini e tre donne, tutti sotto i 45 anni, due dei quali appartengono a gruppi etnici di minoranza. Per ora il favorito rimane l'ex Cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, le cui dimissioni simultanee con l'ex ministro per la Sanità Sajid Javid hanno sicuramente accelerato la caduta di Boris Johnson. È l'unico a considerare il taglio delle tasse «una favola per bambini», improponibile almeno fino a che le casse delle Finanze nazionali non si saranno riprese. Durante la pandemia, la sua politica di sostegno economico si è rivelata vincente, ma il passato asservimento alla disinvolta gestione Johnson potrebbe danneggiarlo. Dovrà misurarsi con il ministro degli Esteri Liz Truss, il Ministro di Stato Penny Mordaunt, l'ex ministro per la gestione delle diseguaglianze territoriali Kemi Badenoch e il battitore libero Tom Tugendhat. Il primo confronto televisivo tra i cinque ha confermato la competenza di Sunak (più sciolto in televisione che su qualsiasi altro palcoscenico informativo) e la totale libertà di espressione di Tugendhat, il solo che non abbia, né abbia mai avuto, incarichi di governo e che può quindi dire liberamente ciò che pensa, visto anche che una sua vittoria rimane altamente improbabile, sebbene da anni si parli di lui come potenziale futuro leader di partito. Durante il dibattito televisivo è stato l'unico a guadagnarsi gli applausi del pubblico in sala, rispondendo con un cenno negativo alla domanda del conduttore riguardo all'onestà dell'ex Premier Johnson. Ex militare che ha combattuto sia in Iraq che in Afghanistan, è diventato parlamentare nel 2015.

Di natura più moderata che populista, promette di tagliare il contributo per la National Insurance e l'addizionale sulla benzina. Promesse fatte anche dal ministro Truss, fedelissima di BoJo che del taglio delle tasse e della riduzione dell'ingerenza statale, ha fatto il suo cavallo di battaglia. È la seconda donna a guidare il Foreign Office con piglio aggressivo e spesso controverso e mantiene tutt'ora anche altri incarichi ministeriali importanti come le trattative per gli accordi commerciali post Brexit. È una delle due probabili avversarie finali di Sunak, insieme a Penny Mordaunt, vice ministra al Commercio che conta una lunga sfilza di incarichi governativi. Brexiteer convinta, ex riservista, nota anche per la sua partecipazione a uno show dell'emittente Itv, nel 2019 è diventata il primo ministro della Difesa donna.

Piace molto alla base conservatrice e insieme al taglio delle tasse promette l'innalzamento del limite di esenzione dalle tasse per i piccoli e i medi percettori di reddito, in

linea con l'inflazione. Più attenta alla gestione della crisi energetica invece, l'ex ministro per il livellamento delle disuguaglianze territoriali Kemi Badenoch entrata in Parlamento nel 2017. Chissà se vincerà il migliore.

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