«Promettete di non essere mai bulli? Il Papa non è contento della risposta». Buona la seconda. L'ultima tappa del Santo Padre ieri a Milano è allo stadio di San Siro dove arriva intorno alle 17.30 e fa due giri di campo a bordo della Papamobile, acclamato come i campioni da 80mila cresimandi e cresimati. Una giornata da rockstar. Va dritto ad un «fenomeno brutto di questi tempi, il bullismo. C'è qualcuno - domanda - nella vostra scuola o nel quartiere che prendete in giro perché ha qualche difetto, è grosso è magro, vi piace farlo vergognare o magari anche picchiarlo per questo? Si chiama bullismo. É una cosa brutto, ora avete promesso al Papa che non lo farete e mai e non permetterete ad altri di farsi beffa di un compagno». I ragazzini lo accolgono con i cori «Francesco, Francesco», la ola, le coreografie colorate in campo. Davanti al Papa prende il microfono il piccolo Davide di Cornaredo, un comune dell'hinterland: «Ma a te, quando avevi la nostra età, cosa ti ha aiutato a far crescere l'amicizia con Gesù?». Gli risponde i nonni, e raccomanda di «parlare con loro e fare domande «anche se non sanno usare il computer e il telefonino». Poi «giocare con gli amici», e con i bimbi allo stadio usa il linguaggio dell'allenatore, «fa bene giocare pulito con gli amici, si impara a rispettare gli altri e a lavorare in squadra». Terzo, la parrocchia e l'oratorio. A Monica e Alberto, due genitori di tre ragazzi che gli chiedono come trasmettere la bellezza della fede ai figli «senza risultare noiosi», chiede di affrontare anche i drammi «con un atteggiamento non pessimista ma fiducioso». «I bambini ci guardano» avverte, è anche «il titolo di un film di Vittorio De Sica del 1943». Racconta di una madre che abbandona la famiglia per un altro uomo, torna ma poi se ne va di nuovo causando il suicidio del marito. Il bambino assiste alla tragedia della propria famiglia. «Quando i genitori si separano il conto lo pagano i figli - le parole di Bergoglio -. Non dimenticate che quando litigate soffrono». Si rivolge alla coppia e ai genitori che hanno accompagnato i cresimandi al Meazza: «Sapete cosa dovete fare con i figli? Giocare. Questo purtroppo è un tempo brutto, tanti genitori per dare da mangiare i figli devono lavorare anche la domenica». E a loro e agli educatori dice, «ve sempre, ma bimbi hanno bisogno anche di divertirsi e dormire». La sua uscita dal campo è accompagnata dal lancio dei palloncini. Il Papa anche nell'incontro in Duomo con i religiosi la mattina aveva sottolineato l'esigenza di aiutare le nuove generazioni, perché «la cultura dell'abbondanza a cui siamo sottoposti - ha sottolineato - offre un orizzonte di tante possibilità, presentandole tutte come valide e buone. I nostri giovani sono esposti a uno zapping continuo.
Possono navigare su due o tre schermi aperti contemporaneamente, possono interagire nello stesso tempo in diversi scenari virtuali. Ci piaccia o no, è il mondo in cui sono inseriti ed è nostro dovere come pastori aiutarli ad attraversare questo mondo. Perciò ritengo che sia bene insegnare loro a discernere».