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I giudici pignorano la Lega: "Sequestrare fondi ovunque"

La Cassazione sta coi pm di Genova che vogliono confiscare 49 milioni al Carroccio sul caso Bossi

I giudici pignorano la Lega: "Sequestrare fondi ovunque"

Chissà perché i giudici si muovono solo contro i leader di centrodestra che vanno a Palazzo Chigi. Succedeva a Silvio Berlusconi e succede a Matteo Salvini.

I pm, ora che la Lega è al governo, sono più accaniti di prima su quel falso tesoretto che credono sia stato intascato dalla Lega. La vicenda è la solita: quella dalla sentenza, pronunciata dal tribunale di Genova un anno fa, nei confronti di Umberto Bossi e di Francesco Belsito - fondatore ed ex tesoriere della Lega - accusati di truffa allo Stato sui rimborsi elettorali e condannati rispettivamente a 2 anni e mezzo e a 4 anni e 10 mesi. Con quel verdetto, i giudici di Genova disposero la confisca diretta di quasi 49 milioni di euro a carico della Lega quale «somma corrispondente al profitto, da tale ente percepito, dai reati per i quali vi era stata condanna».

Adesso la Cassazione ha depositato le motivazioni della sentenza del 12 aprile scorso con cui ha accolto, con rinvio al tribunale di Genova, il ricorso della procura nei confronti dell'attuale segretario Salvini per l'estensione del maxi sequestro - per 48,6 milioni di euro - disposto nei confronti dei conti della Lega nord anche ai versamenti futuri (vista l'incapienza dei conti correnti ammontanti a soltanto 1,6 milione di euro). Per i giudici di legittimità, infatti, a seguito della condanna nel luglio 2017 la confisca diretta del profitto del reato non solo è legittima ma va fatta «ovunque e presso chiunque il relativo importo sia custodito». Il Tribunale del Riesame invece, con una motivazione censurata dalla Cassazione, aveva negato l'estensione della misura cautelare alle somme confluite, indicando come strada obbligata la via alternativa del «sequestro valore».

Insomma i giudici, guarda caso, proprio adesso che la Lega governa, decidono che si può andare avanti con i sequestri sui conti del Carroccio: la richiesta è quella di estendere «l'originario provvedimento cautelare», finalizzato alla «confisca diretta» di 48.969.617 euro, anche alle somme «affluite in un momento successivo alla data di esecuzione del decreto di sequestro del 4 settembre 2017» sui conti e depositi riferibili alla Lega. Lo scrive la seconda sezione penale della Cassazione, spiegando perché nella camera di consiglio del 12 aprile scorso decise di accogliere il ricorso dei pm genovesi contro il «no» del tribunale del Riesame del capoluogo ligure di fronte alla loro istanza di poter andare avanti con i sequestri in relazione alle somme che verranno depositate sui conti del Carroccio.

«Forse l'efficacia dell'azione di governo della Lega dà fastidio a qualcuno, ma non ci fermeranno certo così», replica Giulio Centemero, deputato della Lega e amministratore del partito. «Quei soldi non ci sono. Mai visti. Sono stati spesi in dieci anni», aveva spiegato Salvini nei giorni scorsi. E ieri sera ha ribadito a In onda: «È una sentenza politica, vogliono sequestrare i soldi dati dal pensionato domenica. E chi parla di soldi rubati verrà querelato. Ho detto nulla io della villa di Renzi?».

Poi arrivano le voci dal nulla, ovvero dal Pd e dai suoi deputati che, ringalluzziti per un attimo, non perdono occasione per offendere Salvini. «Il ministro dell'Interno dica subito dove trovare i 48 milioni che la Lega ha truffato allo Stato», la dotta considerazione della senatrice Pd Simona Malpezzi. Comica l'uscita del capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Andrea Marcucci. «Per Salvini la pacchia è finita. La smetta di fare il bullo. Il Pd ha presentato un'interrogazione urgente del collega Parrini». Chissà che paura del nulla Parrini, proprio loro che da un bullo si sono fatti comandare per cinque anni.

Ecco perché un sondaggio Swg vede il Pd al 17,8% e la Lega schizzare al 29,8%. Il M5s è calato al 28,7%. Non ce n'è per nessuno.

Lo show della politica ha sbriciolato Matteo Renzi e partorito Matteo Salvini che dà l'impressione alla gente di essere meno falso e costruito del primo. Per questo funziona. Oltretutto gli occhi e le telecamere sono tutti per lui. L'onda lunga del suo successo continua. E a certi giudici questa cosa evidentemente non piace.

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