I grillini e la stampa? Come affidare a Dracula le donazioni di sangue

I grillini e la stampa? Come affidare a Dracula le donazioni di sangue

Gli Stati generali dell'editoria avviati dal sottosegretario grillino Vito Crimi hanno la stessa credibilità di una campagna per la donazione del sangue promossa dal conte Dracula. Crimi dice che «gli autori e le loro opere vanno tutelati», ma il suo partito e la Lega hanno votato contro la direttiva europea che tutela il diritto d'autore dai giganti del web. Crimi difende «i piccoli editori», ma gli taglia loro i fondi e programma la chiusura di Radio Radicale. Il bluff è evidente.

Girano in rete efficaci stralci di discorsi di Mussolini, di Hitler, di Goebbels. Anche loro attaccarono la libera stampa in nome del «popolo» e della «verità», ma il paragone è fuorviante. Quella grillina è infatti una vera ideologia che non nasce solo dall'esigenza di azzerare il dissenso e moltiplicare i guadagni della Casaleggio Associati, ma fa propri i punti fermi della «controcultura» che dalla Silicon Valley si è allargata al mondo intero. Una controcultura che parte dal mito dell'armonia di Leibniz, passa per il pensiero meccanico di Alain Turing, attraversa il Sessantotto e si realizza quando Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, si è dato l'obiettivo di «eliminare i gatekeepers», i professionisti che da sempre mediano tra i fatti e i lettori. In teoria per dare vita a una conoscenza orizzontale e libera, in realtà per massimizzare i propri profitti.

Quando Amazon, la più grande libreria del mondo, puntava sugli e-book, Bezos sosteneva che «nessuna tecnologia, per quanto elegante come il libro, dura in eterno» e varava il Gazelle Project per, diceva, «interagire con i piccoli editori come il ghepardo con una gazzella malata». In quegli stessi anni Lerry Page, fondatore di Google, avviava un programma segreto per digitalizzare tutti i libri del mondo, realizzando così il più grande furto di proprietà intellettuale della storia. Ne «I nuovi poteri forti», l'americano Franklin Foer spiega come Google, Facebook, Amazon e via elencando abbiano «sposato un piano commerciale che riduce drasticamente il valore della conoscenza, trasformando la scrittura in un prodotto di scarso valore, a perdere». Per quale motivo? Per farne commercio in condizioni di monopolio e per creare senza costi quel flusso di comunicazione che attira utenti i cui profili vengono venduti agli inserzionisti pubblicitari.

Non stupisce che, un po' per ideologica, un po' per ossequio agli interessi della Casaleggio Associati, i grillini si prestino a questo disegno iperglobalista. Stupisce lo faccia la Lega.

*senatore di Forza Italia

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