Politica

I grillini spingono Conte al Colle

Una parte del M5S starebbe pensando di candidare Giuseppe Conte alla presidenza della Repubblica perché "sarebbe il modo per salvarci dalla sua lentezza...". Ma dentro il Movimento c'è chi boccia l'idea come "fantapolitica"

I grillini spingono Conte al Colle: "Sennò arriviamo al 2023 senza leader...” Esclusiva

I grillini brancolano nel buio. Quando mancano solo due mesi dall'inizio del semestre bianco, il M5S, ancora prima forza in Parlamento al netto delle varie defezione, è l'unica a non avere ancora un suo candidato di bandiera per il Colle.

“Il centrodestra punta sul premier Mario Draghi per imbarazzare il centrosinistra e, se fa convergere i suoi voti fin dalla prima chiama su di lui, per il Pd sarà durissima dire di no e, a quel punto, il premier sale al Colle”, spiega a ilGiornale.it Gianfranco Pasquino, docente di Scienza politica all'Università di Bologna che, poi, sottolinea: “Il centrosinistra, però, come spesso capita, ha molti nomi e Letta, nel suo discorso di insediamento ha pronunciato almeno tre volte il nome di Romano Prodi”. Ma nel campo progressista gli aspiranti presidenti della Repubblica sono vari: dal ministro Dario Franceschini fino all'ex sindaco di Roma Walter Veltroni e all'attuale commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni. “E, infine, c'è Pier Ferdinando Casini, un candidato relativamente innocuo in grado di mettere d'accordo tutto il Parlamento”, aggiunge Pasquino. Un altro candidato possibile potrebbe essere l'attuale presidente del Senato, Maria Elisabetti Alberti Casellati che “è donna e, ovviamente, può fare il pieno di voti nel centrodestra”. Il M5S, invece, sembra ancora troppo preso dalle sue beghe interne per pensare alla corsa al Colle, ma Pasquino rassicura: “I Cinquestelle hanno una grandissima fantasia e potrebbero proporre un professore come Domenico De Masi oppure un tal Giuseppe Conte”.

“I grillini non hanno una classe dirigente che si è formata nel tempo. A parte Di Maio, gli altri o sono stati cacciati o hanno già un piede fuori come Di Battista. Resta solo Conte, ma ha la forza?”, ci dice il quirinalista dell'Agi Nicola Graziani. E aggiunge: “L'unico nome spendibile è Conte e, durante il lockdown, ci aveva pensato anche lui. Ma non solo”. Le conferenze stampa trasformate in dirette Facebook dall'abile Rocco Casalino avevano mostrato un altro lato di Conte. L'ex premier, con il suo fare paternalistico, in casa M5S, poteva sembrava l'uomo giusto per raggiungere la vetta del Quirinale, ma ora questa ipotesi pare tramontata perché, secondo Graziani, “Conte, accettando di fare il capo politico del M5S si è un po' tagliato i ponti”. In effetti, l'ultimo segretario di partito a diventare Capo dello Stato fu Giuseppe Saragat, all'epoca capo del Psdi, un partito moderato ma di sinistra e non di primissimo livello. “Conte e il M5S, invece, non hanno le stesse caratteristiche di Saragat e del Psdi'”, fa notare il quirinalista.

“Proporre Conte per il Quirinale? Sarebbe il modo per salvarci in calcio d'angolo dalla sua lentezza nel prendere in mano il Movimento”, ci fanno sapere autorevoli fonti interne al M5S che aggiungono: “Si sta valutando, anche perché se lasciamo fare a lui arriviamo al 2023 senza leader”. L'idea sarebbe, appunto, quella di riservare Conte per un ruolo più istituzionale così da metter fine a questo stallo assurdo sulla leadership. “E, magari, riusciamo anche a recuperare il recuperabile col Pd”, chiosano. Altri esponenti grillini, sempre a taccuini chiusi, respingono tale ipotesi: “Ancora dobbiamo capire chi è il capo politico, figurati il presidente della Repubblica. Ma Conte Capo dello Stato non è una possibilità concreta, anzi è fantapolitica”. Ancora più sprezzante è il giudizio che arriva da un ex pentastellato come il deputato Pino Cabras: “Conte al Colle? Non lo so, dipende da cosa vuole fare da grande. In questo momento dice di essere impegnato a riorganizzare un partito. Poi, chissà... Quando ci penso, mi viene in mente il regista di Dottor Jekill e Mister Hyde che si rivolgeva a Spencer Tracy dicendo: 'Ma in questo momento sei Jekill o Hyde?”. Il senatore Emanuele Dessì, un altro fuoriuscito, osserva: “Conte ha 58 anni e, quindi, non è il suo momento.

Poi, non avrebbe neppure i voti perché il M5S ha perso il 30% del suo gruppo parlamentare, il Pd lo voterebbe a mezza bocca, mentre Italia Viva e il centrodestra non lo voterebbero mai”.

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