Politica

La polveriera che dilania il M5S: "Tutti contro tutti, è un delirio"

La rifondazione di Conte non decolla: "Molti abbandoneranno la barca arenata". Ma gli ex grillini avvertono: "Non siamo la scialuppa di chi è in crisi di identità"

La polveriera che dilania il M5S: "Tutti contro tutti, è un delirio"

È ormai un tutti contro tutti tra Movimento 5 Stelle, grillini dissidenti della prima ora e fuoriusciti ritardatari. "Un delirio", sintetizza uno degli espulsi dal gruppo, ancora in attesa di capire come posizionarsi. E infatti la situazione è al limite del grottesco, tanto che ben presto in Parlamento ci saranno almeno tre compagini riconducibili agli eletti pentastellati nel 2018: oltre al gruppo M5S, che tuttora è attraversato da tentazioni di scissioni, c'è la componente L'Alternativa c'è - guidata da Andrea Colletti e Pino Cabras - e a breve nascerà un'altra componente, quella che punta sulla sponsorizzazione di due big: i senatori Nicola Morra e Barbara Lezzi.

La pattuglia, alla Camera, può contare su un altro profilo noto, l'ex sottosegretario al ministero dell'Economia e delle finanze, Alessio Villarosa, molto attivo in questi giorni per sondare il terreno. Il numero di adesione è in definizione, di sicuro ne servono dieci per la costituzione e c'è grande ottimismo. "Ma è solo l'inizio, l'obiettivo è quello di arrivare a un gruppo alla Camera, mentre al Senato la questione è più difficile per ragioni tecniche", spiega a ilgiornale.it una fonte che sta seguendo da vicino l'operazione. Si punta, insomma, alla soglia di 20 deputati, mentre a Palazzo Madama occorre reperire almeno un simbolo per parlare di costituzione formale. "Di sicuro siamo all’opposizione, ed è la nascita di un soggetto pronto a partecipare alle prossime Amministrative insieme a liste civiche", conferma un parlamentare.

L'operazione che agita Conte

I giochi sembrano ormai essere fatti: a giorni, riporta La Repubblica, si attende il lancio del nuovo soggetto politico, il nome del gruppo e le prime iniziative da intraprendere. Nicola Morra - insieme ad altri nomi di peso del M5S che sono stati espulsi dopo la mancata fiducia al governo Draghi, dall'ex ministro Barbara Lezzi ad Alessio Villarosa - sta mettendo a punto le ultime questioni: "Il nome che ci daremo dovrà evocare la coralità, il tema della democrazia e della conoscenza, argomenti che erano patrimonio comune del M5S". Per il momento ci si è fermati al dialogo con L'Alternativa c'è partorita dai dissidenti. "Siamo in contatto, ma non ci hanno mai parlato di un partito. Le forme elettorali che assumerà questa forza, che immaginiamo plurale, le vedremo in seguito", viene ribadito.

A Montecitorio, al fianco di Villarosa è data per molto probabile la presenza di Cristian Romaniello, Raphael Raduzzi, Michele Sodano. Mentre il canale di dialogo è aperto con Doriana Sarli, Silvia Benedetti, Rosa Menga, Simona Suriano e Gloria Vizzini. Ma c'è una prova che conferma come tra gli ex compagni di banco grillini la guerra sia aperta. Maria Laura Paxia ha lasciato la componente L'Alternativa c'è ed è segnalata in avvicinamento al nuovo progetto. Una battaglia sotterranea per rivendicare l'ortodossia del grillismo. Un deputato de L'Alternativa c'è ammette: "Non sappiamo nulla di cosa stiano facendo". Le trattative, insomma, si sono arenate ed è iniziato un braccio di ferro. In tutto questo i parlamentari rimasti nel Movimento 5 Stelle si godono lo spettacolo, mettendo per un attimo da parte gli scontri interni. "Sarebbe interessante capire come queste componenti si vogliono organizzare sulla questione del secondo mandato. Tutti, per esempio corteggiano Di Battista. Ma, per esempio, Morra e Lezzi sanno che lui non vuole il terzo mandato?".

L'avvertimento degli ex M5S

Lo scontro si sposta dunque anche all'esterno, ovvero con la fazione composta da espulsi e fuoriusciti dal Movimento. Gli ex 5S mettono le mani avanti e avvertono: "Molti abbandoneranno la barca arenata, ma noi non vogliamo essere la scialuppa di un pezzo di ceto politico in crisi di identità". Una precisazione doverosa perché la certezza è che "il progetto di Conte perderà molto slancio in quella sorte di palude post-rivoluzione che è diventato il Movimento, con le sue contraddizioni micidiali".

Insomma, quel che i grillini temevano si sta praticamente avverando: il Movimento 5 Stelle è ormai uno spezzatino di anime, dilaniato da correnti che inevitabilmente disperderanno voti e potrebbero non consentire a Giuseppe Conte una vera rifondazione in grado di far tornare il M5S in prima linea nello scenario politico italiano.

Commenti