Più siamo connessi, più rischi ci sono. E dato che online ormai c'è di tutto, dal portafoglio elettronico ai dati sensibili, è facile ipotizzare che il cybercrimine sia in aumento. Difficile infatti pensare che il blocco dell'altro ieri della Borsa Usa, del sistema informatico di United Airlines e del Wall Street Journal sia frutto di un caso. Anonymous , il nome che nasconde un gruppo di hacker, il giorno prima aveva parlato di «possibile» caos. Del resto Internet, che altro non è che una serie ormai infinita di server e computer e smartphone collegati tra loro, è diventata una vera e propria città virtuale senza confini.
Oggi gli utenti sono 2,8 miliardi che diverranno 3,9 miliardi nel 2019. Ma quali sono le reali minacce per un cybernauta, per così dire, «normale»? Diciamo che chi non è ricco e famoso ha poco da perdere. Perché anche se ormai il nostro numero di carta di credito e le nostre chat su Facebook saranno nelle liste (virtuali) di qualche milione di hacker, o aspiranti tali, difficilmente potranno essere reputati interessanti. Certo le cyber truffe su carte di credito sono all'ordine del giorno ma ormai, banche e società finanziarie hanno cyberbarriere quasi invalicabili. Il quasi è d'obbligo perché in realtà il cyberpirata più che ai soldi punta al caos. Che però, grazie alla speculazione sui mercati finanziari, si potrebbe tradurre anche in guadagni milionari. Con perdite per qualcun altro. Ecco perché l'attenzione dei «manigoldi» del web si concentra su grandi società, come la borsa di New York, o istituzioni governative. Certo è che un cyberattacco combinato a server e database creerebbe indubbiamente uno sconquasso mondiale con conseguenze disastrose per le società coinvolte tanto che la spese per antivirus, firewall e altre protezioni sono decuplicate. Tanto che qualcuno ha ipotizzato che siano le stesse aziende di sicurezza informatica a portare a termine i ciberattacchi.
«Quello che colpisce non è tanto l'espandersi delle azioni cyber criminali, ma piuttosto la velocità e la brutalità con le quali i dati vengono sottratti o bloccati», ha detto Raimund Genes di Trend Micro, azienda del settore sicurezza che ha pubblicato il report L'invisibile si fa visibile . Trend Micro specifica che, nel 2015, gli attacchi sono in crescita. Inoltre, spiega il report, il ventre molle del sistema è rappresentato dagli smartphone. Da notare che il sistema Ios di Apple ha un livello di sicurezza superiore ad Android. Tanto che in rete c'è già un kit che aiuta gli aspiranti hacker ad approfittare delle molte vulnerabilità del sistema realizzato da Google . Inoltre i cyber criminali non si muoveranno solo sul web, ma sfrutteranno reti private peer-to-peer, ossia punto punto che coprono al meglio le identità degli hacker, rendendo più difficile rintracciarle.
Il risultato sarà, per tutto il 2015, un notevole aumento numero i violazioni che si concentreranno sulle aziende più ricche e famose. Quanto ai privati bisogna fare attenzione ad usare Facebook quando ci si autentica prezzo un wi-fi pubblico. Questo è infatti uno dei sistemi più usati per appropriarsi di password e identità in rete. Quanto ai pagamenti le vulnerabilità non mancano.
Trend Micro ha intercettato una app maligna che sfrutta i privilegi della tecnologia Nfc ( Near Field Commmunication ) quella che permette agli smartphone di comunicare direttamente con i sistemi di pagamento. In questo modo si possono rubare le informazioni dei codici di Google wallet .
Ma anche Apple Pay non è immune da tentativi di hackeraggio anche se, come è noto, i prodotti dell'azienda di Cupertino, compresi i Mac, sono meno vulnerabili di altri.Inoltre attenti alle app in genere, soprattutto se sviluppate con sistemi operativi open source prive degli standard di sicurezza delle grandi aziende It.
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