Cronache

I killer di Willy, bulli anche in cella

I fratelli Bianchi pretendono acqua minerale e allenamento

I killer di Willy, bulli anche in cella

Hanno chiesto mutande e calzini puliti. E acqua minerale. Prima settimana di carcere per i fratelli Gabriele e Marco Bianchi e Mario Pincarelli. Isolati nel braccio G12, transito, del penitenziario romano di Rebibbia, ieri mattina hanno incontrato uno dei loro legali, Massimiliano Pica. «Hanno ribadito la loro innocenza, confermano quanto dichiarato in sede di interrogatorio di garanzia» spiega a Giornale l'avvocato Mario Pica, l'altro legale. Ovvero «che Willy non l'hanno proprio toccato. Ammettono di esser stati sul posto ma solo per fare da pacieri. Quando era finito tutto si sono allontanati senza picchiare Willy. Ho depositato istanza al Tribunale del Riesame, adesso attendiamo gli atti». I Bianchi e Pincarelli avrebbero anche chiesto di potersi allenare per tenersi in forma ma restano in isolamento. Nuovi probabili indagati per omissione di soccorso: Omar Sabhani, Michele Cerquozzi e Vittorio Tondinelli. Proseguono le indagini per ricostruire la serata maledetta del gruppo di Artena. A cominciare dal loro allontanamento dal locale «Due di Picche» a Colleferro. Erano davvero con tre fantomatiche ragazze di cui non conoscono neppure il nome? Le analisi del Ris, già avviate sui vestiti e sugli anelli indossati dai fratelli Bianchi si sono concentrate sul Suv Audi a caccia di reperti, tracce ematiche e biologiche. Non sarebbero state trovate impronte di pneumatici compatibili con l'auto dei Bianchi vicino al cimitero dove i Bianchi assieme a Tondinelli avrebbero consumato il rapporto sessuale con le tre sconosciute.

Una storia che non esclude il loro coinvolgimento nella rissa, una volta allertati dall'amico Cerquozzi, e nell'assassinio di Willy Monteiro Duarte a calci e pugni.

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