Arrivano gli addetti all'ufficio del processo ma mancano le strutture per far funzionare l'organismo che dovrebbe migliorare il funzionamento del sistema giustizia. E il tutto mentre le toghe fanno i conti con le carenze d'organico e con i risultati disastrosi dello scritto del concorso in magistratura, con appena 220 candidati in grado di superare la prima prova, già 90 unità sotto i 310 posti disponibili.
Per gli addetti all'Ufficio per il processo è andata meglio: oltre 65mila domande, più di metà dei candidati presenti alle prove, quasi diecimila gli idonei e tutti gli 8.171 nuovi dipendenti del ministero di via Arenula già assunti. Ma per l'Anm potrebbe non bastare. «In assenza di una struttura organizzativa idonea a supportare l'azione degli oltre 8000 addetti spiega una nota dell'organismo rappresentativo delle toghe - l'Ufficio per il processo rischia di fallire, con l'esito finale di ribaltare sugli uffici giudiziari la responsabilità politica e sociale connessa ad un possibile mancato raggiungimento degli obiettivi fissati dal Governo e di non riuscire a offrire al Paese una risposta di giustizia davvero rapida e di qualità». Un ostacolo che rischia di frenare quella che pure, secondo l'Anm, è «una grande occasione per rendere effettiva l'operatività di una struttura di supporto al lavoro giudiziario». Ma nonostante le risorse stanziate con il Recovery fund, continua l'Associazione dei magistrati, il funzionamento dell'Ufficio del processo potrebbe scontrarsi con l'obiettivo che il governo gli ha assegnato, e che per l'Anm è «decisamente ambizioso». Forse troppo: ci si propone di abbattere entro il 2024 l'arretrato civile del 65 per cento in primo grado e del 55 per cento in appello, arrivando al 90 per cento entro il primo semestre 2026.
Quanto alla durata dei processi, l'entrata in funzione dell'ufficio vorrebbe portare entro la metà del 2026 a ridurre del 40 per cento la durata delle cause civili e del 25 per cento quella dei procedimenti penali. Traguardi a rischio fallimento, taglia corto l'Anm, senza una adeguata struttura organizzativa di supporto.
Così l'associazione nazionale magistrati chiede ai suoi associati e ai dirigenti degli uffici giudiziari di segnalare i problemi che siano già emersi, e propone «un monitoraggio condiviso della sostenibilità e del raggiungimento degli obiettivi, cogliendo l'opportunità del Pnrr per rilanciare con forza il tema dei problemi strutturali del servizio giustizia, dalla carenza di magistrati togati a quella di personale amministrativo, allo stato delle infrastrutture».
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