Coronavirus

I No Vax pentiti: "La scienza ci salva"

L'ultimo è il leader dei negazionisti veneti: "Da malato ho cambiato visione del mondo"

I No Vax pentiti: "La scienza ci salva"

È facile convertire gli altri, scriveva Oscar Wilde, il difficile è convertire se stessi. L'ultimo negazionista illuminato sulla via di Damasco, dopo aver incrociato le strade del Covid, è Lorenzo Damiano, l'irriducibile leader duro e puro dei No Vax, uno che negava persino l'esistenza stessa dell'epidemia. Dopo una settimana nel reparto di terapia subintensiva dell'ospedale di Vittorio Veneto, ha deciso di invitare tutti a vaccinarsi. Dice: «A volte bisogna passare per la porta stretta per capire le cose come sono». Voleva affidare la salute alle preghiere, ora vuol far sapere al mondo quanto sia «importante seguire la scienza, quella che ti salva la vita». Amen.

Perché quando si trovano faccia a faccia con la morte anche i Che Guevara no vax suonano la ritirata. E qualcuno la retromarcia la infila quando è troppo tardi. Come Giuseppe Giuca, 66 anni, siracusano che il pentimento lo ha scritto sul suo necrologio: «Se avessi creduto alla pandemia, se avessi creduto al Covid, oggi racconterei un'altra storia ma non questa storia». Megan Alexandra Blankenbiller, 31 anni, l'addio lo ha lasciato in un video postato su TikTok, quasi un milione di visualizzazioni: scongiura i suoi followers «a non commettere lo stesso errore che ha fatto io». Jorge Lis, ex pilota automobilistico, 46 anni, l'ultimo messaggio lo ha lasciato sul cellulare della sorella: «Passare molto tempo sui social mi aveva radicalizzato. Mi sarei dovuto vaccinare». E poi: «Ho imparato in questa settimana una delle mie più grandi lezioni di vita». L'ultima. Marcus Birks, cantante dei The Chameleonz, se ne è andato a 40 anni, anche lui con un messaggio per posteri e testoni: «Ti senti come se non riuscissi più a respirare: è la sensazione più spaventosa del mondo».

La rianimazione, la bombola ad ossigeno, la morte nel letto di fronte o incombente ogni minuto che passa aiutano ad aprire gli occhi. C'è la coppia palermitana pentita Maurizio Cardella e Anna De Francisci, 50 anni tutti e due. Prima di prenderlo al Covid credevano così così: «Ci siamo lasciati deviare. Ascoltavamo video in cui le persone parlavano del vaccino come di un esperimento, lo dipingevano come un modo per far arricchire le case farmaceutiche». C'è il medico guru No Vax, che dopo vissuto le terapie intensive ha lanciato il contrordine: «Ho visto ragazzi giovani, sportivi, sani prima di infettarsi, morire nelle terapie intensive. Basta assembramenti in piazza: dire che il virus non esiste è da delinquenti». E c'è la maestrina ribelle, Sabrina Pattarello, 45 anni, irriducibile oppositrice delle misure di contenimento, entrata in rianimazione e uscita diversa. Diceva: «Il virus è solo un'invenzione». Adesso invece: «Ho capito che con il virus non si scherza. Non sono più la Sabrina di un mese fa. Sono un'altra persona».

Al Niguarda di Milano spiegano che tra i malati «c'è chi si è pentito e chi invece resta convinto, irriducibile». Fedele fino alla morte. E chi, sui siti, denuncia chi denuncia: «Abbondano sui media le dichiarazioni di pentimento di No Vax che invitano tutti a non fare l'errore che hanno fatto loro: sono messaggi figli di una precisa strategia di drammatizzazione del dolore e della paura, che nulla hanno a che fare con il corretto esercizio del diritto di cronaca». Nemici di ogni evidenza.

Perché ci sono sempre due razze di stupidi: quelli che credono a tutto e quelli che non credono a niente.

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