Roma - Sembrano destinati a scontentare tutti gli interventi per reintrodurre i voucher allo studio del governo. Mentre le aziende premono per un ritorno al buono lavoro com'era prima dell'abolizione decisa da Gentiloni per evitare il referendum promosso dalla Cgil, il sindacato è pronto a fare le barricate su ogni tipologia di voucher. Il ministro per le Politiche agricole Gianmarco Centinaio ha annunciato che si lavora per allargare i nuovi voucher a turismo e agricoltura, settori che più di altri usano i lavoratori stagionali.
Al momento l'unica certezza è un emendamento a cui sta lavorando il governo che riguarderebbe solo il turismo. Dovrebbe reintrodurre i buoni lavoro solo per aziende che impiegano fino a dieci dipendenti. Inoltre non possono riguardare prestazioni di durata superiore ai dieci giorni. Verrebbero imposti limiti precisi anche sui lavoratori che potrebbero essere impiegati con i voucher: studenti, pensionati e lavoratori che usufruiscono di forme di sostegno al reddito (come i cassaintegrati). I confini fissati dal provvedimenti sembrano configurare in sostanza un mini voucher. Ma tanto basta per scatenare una battaglia di principio da parte dei sindacati. Il settore del turismo, ricorda la Filcams Cgil in un messaggio al ministro per lo Sviluppo Luigi Di Maio, prevede già «contratti nazionali che disciplinano adeguate forme di flessibilità per rispondere alle variazioni di una domanda ancora troppo condizionata dalla stagionalità». Le aziende però non sono affatto d'accordo e paventano gravi danni alla stagione senza la reintroduzione dei voucher. Anche il comparto agricolo preme: per Coldiretti servono voucher per coprire 50mila posti stagionali.
Tra incudine e martello si trova il vice premier Luigi Di Maio che sulla materia
è stato piuttosto ondivago. Da sinistra parla Pippo Civati: «Il vicepresidente del Consiglio Di Maio compie l'ennesima capriola, rimangiandosi le promesse fatte pur di tenersi buono il vero capo del governo, Matteo Salvini». RR
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