I padri ingombranti che imbarazzano Luigi e Dibba

Il genitore del capo M5s giustifica l'abuso edilizio, quello dell'ex deputato offende tutti via social

I padri ingombranti che imbarazzano Luigi e Dibba

Di padre in figlio. La storia del Movimento cinque stelle è anche una saga familiare, e non c'è solo la successione dinastica da Gianroberto Casaleggio a Davide. Di genitori scomodi ce ne sono almeno altri due. Luigi ha nel suo destino Antonio Di Maio e Alessandro, Vittorio Di Battista. Ed è proprio la cronaca politica degli ultimi giorni ad offrire spunti sull'importanza delle due figure, nel bene e nel male.

Sia il capo politico sia Dibba, raccontano in ambienti M5s, di recente hanno passato dei momenti di imbarazzo per «colpa» dei padri. Se l'ex deputato, ora in viaggio in Nicaragua, sabato ha estratto la clava per colpire i giornalisti con un violento post su Facebook, Vittorio ha fatto peggio. Sempre utilizzando i social network, con i quali, nonostante i 76 anni di età, dimostra di avere un certo feeling. Qualche minuto dopo la diffusione della notizia dell'assoluzione di Virginia Raggi, Di Battista senior ha piazzato la prima stoccata. Scrivendo: «Prendetelo nel culo, vicini e lontani, amici, nemici, fratelli e cassoeuli». Con riferimento ai «nordici» della Lega, già pronti a mettere il cappello sulla Capitale. E c'è chi giura anche con un po' di sollievo per lo scampato pericolo di Alessandro, libero di puntare verso mete politiche più prestigiose, senza l'eventuale fardello di una difficile corsa per il Campidoglio. Dibba quel «sangue del mio sangue» evocato nel post successivo, in cui si può leggere: «Felice per Virginia e fiero del sangue del mio sangue. Leggere il suo post per credere». Il riferimento è alla dichiarazione del figlio sui giornalisti «puttane e pennivendoli». Un linguaggio coerente con la storia politica del padre. Uno che si è sempre definito «fascista». Da anni legato ad Adriano Tilgher, esponente dell'estremismo di destra romano e negli anni Settanta dirigente di primo piano di Avanguardia nazionale, formazione extraparlamentare neofascista. Vittorio ha ricoperto anche il ruolo di consigliere comunale a Civita Castellana, paese in provincia di Viterbo, nelle fila del Msi. Nel 2001 si è candidato alla Camera per l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Otto anni dopo nacque il M5s. Movimento che ha portato Alessandro al successo politico per anni inseguito dal padre. Nonostante Dibba abbia sempre detto di aver votato a sinistra, prima della folgorazione sulla via del grillismo.

Anche Luigi Di Maio dice di aver scelto in passato la sinistra. E le cose in comune non finiscono qua. In questi giorni il vicepremier è finito sotto accusa a causa del padre Antonio, imprenditore edile di Pomigliano d'Arco. Proprio nella città dove è cresciuto il capo politico, come rivelato da Repubblica, papà Di Maio ha approfittato di un condono per sanare l'abitazione di famiglia. Luigi infuriato ha ammesso di aver chiesto al genitore «cosa avesse combinato», salvo poi ribadire l'onestà di tutta la famigliola. Antonio, come il più esuberante Vittorio, aveva una passione per la destra.

Negli anni Ottanta e Novanta ha tentato più volte di entrare nel consiglio comunale di Pomigliano con il Msi, senza riuscirci. Poi ha sempre continuato a intrattenere rapporti con politici della destra locale. Fino a quando il M5s non ha portato il cambiamento, almeno in famiglia.

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