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I politici si risvegliano: "Fate lavorare le Camere"

Dopo due settimane di inattività, i deputati riscoprono l'Aula. Tramonta il voto a distanza

I politici si risvegliano: "Fate lavorare le Camere"

Saranno state le due settimane di riposo forzato o, chissà, la presa di coscienza del fatto che proprio perché il Paese è fermo, il Parlamento ha ancora di più il dovere di muoversi. Qualcuno, i soliti maligni, tira invece in ballo alcuni sondaggi riservati, implacabili nel registrare un calo di gradimento di una classe politica rinchiusa in casa mentre medici, infermieri, cassieri dei supermercati, forze dell'ordine e tanti altri continuano a fare il loro dovere nonostante l'emergenza e nonostante i rischi. Di certo, c'è che rispetto a qualche giorno fa, nelle ultime 48 ore si è registrata una gigantesca inversione a «U» della politica. Che solo una settimana fa dibatteva sul voto a distanza, mentre ora è pronta a tornare a darsi battaglia in Parlamento.

Sono passati una decina di giorni, infatti, da quando il capogruppo della Lega Riccardo Molinari ha scritto al presidente della Camera Roberto Fico suggerendo il «voto a distanza per i deputati». Una strada che il Carroccio voleva percorrere con convinzione, tanto che Molinari e il suo collega Massimo Bitonci annunciano anche una proposta di modifica del regolamento della Camera per introdurre «il voto da remoto». Sul punto si registra una certa disponibilità del Pd, che ha in Stefano Ceccanti uno dei sostenitori più accesi di un diritto parlamentare d'emergenza. Una convergenza inedita, quella tra Lega e Pd. Che dura però il tempo di pochi giorni e che all'inizio trova anche il benestare di Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo di Fratelli d'Italia.

Passa qualche giorno e il tema finisce in soffitta, anche perché non ci sono solo i limiti imposti dalla Costituzione e dai regolamenti parlamentari, ma pure le ragioni d'opportunità di cui si diceva prima. Per non dire del fatto che la tregua tra maggioranza e opposizione inizia a scricchiolare, circostanza che non aiuta. Si arriva a ieri, con Fico che fa sapere di non vedere di buon grado l'ipotesi del voto a distanza («i parlamentari sono come i medici, non possono fermarsi»). Tra Camera e Senato, intanto, vanno in scena due sedute lampo, a Montecitorio con le tribune chiuse. Ed è qui che alcuni deputati intervengono per chiedere che l'assemblea continui i suoi lavori anche in questo periodo d'emergenza. Il primo è Maurizio Lupi (Noi con l'Italia), seguito da Giorgia Meloni, Silvia Fregolent (Iv) e Giuseppe Basini (Lega). «Se c'è gente che sta lavorando per mandare avanti l'Italia - dice la leader di Fratelli d'Italia - i primi devono essere i rappresentanti delle istituzioni». Sulla stessa linea Matteo Salvini. Se dieci giorni fa il capogruppo della Lega alla Camera invocava la modifica dei regolamenti per ammettere il voto a distanza, ieri il leader del Carroccio ha infatti chiesto ai presidenti di Camera e Senato di «convocare le assemblee al più presto per fare chiarezza sul decreto Cura Italia». D'accordo anche Forza Italia, perché - spiega Mariastella Gelmini - è «indispensabile riscrivere il decreto nella parte economica che non va assolutamente bene».

D'altra parte, a differenza del voto unanime della scorsa settimana sullo scostamento del bilancio, il provvedimento varato dal governo per far fronte all'emergenza è a tutti gli effetti un atto politico e in tal modo lo considerano le opposizioni. Che sono sul piede di guerra, molto critiche verso diversi passaggi del decreto. E pronte, dunque, a dare battaglia in Parlamento.

Il punto, quindi, è capire in che modo Camera e Senato decideranno di procedere per discutere il decreto rispettando le norme di sicurezza. Fico ha proposto una commissione speciale, come accade a inizio legislatura quando c'è da esaminare gli atti urgenti. Ed è ovviamente una delle possibilità sul tavolo.

Si vedrà di qui a una settimana, visto che il prossimo appuntamento di Montecitorio è in agenda per mercoledì prossimo alle 15 quando, ha annunciato ieri nell'Aula semideserta il vicepresidente Fabio Rampelli, ci sarà il question time sull'emergenza coronavirus.

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