
Basta leggere i giornali per rendersi conto che con quello che sta succedendo in Ucraina parlare oggi contro il riarmo equivale ad imitare gli struzzi, cioè a mettere la testa sotto la sabbia per ignorare la realtà. Ma si sa, il populismo di sinistra - come di destra - non va per il sottile per cui qualsiasi argomento è buono per lisciare il pelo all'opinione pubblica per ragioni di consenso su temi che si prestano alla demagogia come quello classico di utilizzare i finanziamenti della difesa per la sanità. Su questo non ha dubbi il ministro della Difesa, Guido Crosetto: "Se non c'è nulla di più anacronistico e intempestivo delle mozioni sul riarmo presentate dalla sinistra? Esatto!". Come dargli torto. Appena qualche giorno fa la Russia ha sganciato il maggior numero di missili e di droni sull'Ucraina in una notte da quando è cominciata la guerra. E inoltre, al netto di ogni retorica pacifista, è evidente che se si vuole porre fine al conflitto Kiev ha bisogno di garanzie reali, quindi di un'Europa e di una Nato capaci di garantire la sua sicurezza. Ecco perché oggi la maggiore spesa per la difesa fa parte del capitolo degli interessi prioritari sia per l'Italia, sia per l'Europa, sia per l'Alleanza Atlantica. Ma sono discorsi che a sinistra, e non solo, suonano male. "La questione non riguarda di per sé le spese della difesa che già sono al 2,2% - spiega il, verde Angelo Bonelli - ma l'aumento fino al 5% di cui parla la Meloni. Ebbene noi vogliamo che quei 100 miliardi in più siano spesi per la sanità e per sociale e non ingrassino l'industria bellica di Trump. Poi che ci siano differenti valutazioni nell'opposizione non è una tragedia, il problema è quando si manifestano nella maggioranza di governo". Eh sì perché non tutti nel "campo largo" sono d'accordo mentre chi si candida al governo del Paese dovrebbe almeno sulla carta avere posizioni comuni su argomenti così sensibili visto che siamo alle prese con due guerre, una al Nord e una al Sud. Invece, per usare un eufemismo, sul tema ci sono valutazioni e sensibilità diverse. Nella mozione d'Italia Viva, ad esempio, c'è un "sì" al riarmo "graduale" che deve evitare di privare di risorse la sanità o di aumentare la pressione fiscale: un rebus complesso quanto la quadratura del cerchio. Come pure rispetto all'ala sinistra del Pd la componente riformista è più prudente e trova inopportuno ora un dibattito del genere. "Francamente - osserva Alessandro Alfieri, esponente di punta della corrente - alla vigilia di una serie di elezioni regionali non è certo intelligente mostrarsi divisi. Dovremmo privilegiare i temi unitari. Ma vallo a spiegare i nostri alleati". Gli alleati sono Conte e i dioscuri della sinistra radicale Fratoianni-Bonelli. Specie Conte punta ad utilizzare questo argomento fortemente identitario per i 5stelle come cavallo di battaglia nella campagna elettorale proprio per mordere ai fianchi - nella logica della competizione dentro la coalizione - il Pd. È la tipica filosofia di ogni movimento populista che non ammette deroghe. E "vattela a pesca" se un minimo di responsabilità legata al momento consiglierebbe cautela: il primo comandamento di ogni movimento populista è la ricerca del consenso, ad ogni costo. Anche su temi come la politica estera su cui la nostra stessa Costituzione consiglia di non seguire gli umori dell'opinione pubblica: ci sarà un motivo per cui la Carta non prevede referendum sui trattati internazionali, o no? Del resto le logiche del populismo di sinistra sono speculari a quelle di destra anche se si è al governo. "Abbiamo sottovalutato per decenni - incalza il generale Vannacci che siede al Parlamento di Strasburgo nelle file della Lega - il tema della spesa per le forze armate che sono un presidio della nostra democrazia. Oggi invece per andare appresso alla von der Leyen, all'Europa vogliamo spendere di più per paura della Russia. Ma non vedo cosacchi in giro, né soldati russi. E già oggi l'Europa spende in armamenti più del doppio del Cremlino. L'aumento serve solo a fare ricca l'industria tedesca.
Siamo alle solite follie come quelle dell'esercito europeo, cioè di un esercito senza Patria. O dell'utilizzo dell'art.5 della NATO per garantire l'Ucraina che tira in ballo solo chi non sa di cosa parla". Come al solito le estreme si toccano.